Siamo stati a far visita ad un grande vecchio. Un signore, un nobile, un uomo centenario che ha attraversato la storia del nostro paese da protagonista e che, alle soglie del suo tramonto, trasmette ancora il fuoco della passione, attraverso i sensi assopiti dall’età.
Mi aspetto di incrociare molti visi familiari di persone che so per certo lo hanno conosciuto narrandone il valore e l’onore dell’incontro. Abbiamo la fortuna di arrivare in un momento buono e di avere il lasciapassare di anni di conoscenza e di stima. Trascorriamo un’ora in compagnia del festeggiato e ci immergiamo in un mondo di storie, ricordi, vite vissute che traspirano da ogni oggetto e da ogni angolo presente nella casa.
Deve tornare per conoscere mia moglie, mi dice, lei è speciale, lei è tutto.
La signora purtroppo è influenzata e non abbiamo modo di incontrarla e salutarla ma lui non perde occasione per nominarla con una leggerezza e amore che trasmettono un’intensità potente.
Mi accoglie e saluta con un baciamano, gesto d’altri tempi fatto con un’eleganza inattesa da parte di un corpo anziano. Qui resistono le storie, gli amori, le passione, il valore dei gesti insieme ai loro inconfondibili significati.
Incrocio un solo viso familiare, di una persona troppo speciale per non essere presente, ma degli altri neppure una traccia lontana.
Contagiati dall’epoca del nulla, del passeggero, del dimenticato in un attimo, del senza radici, forse noi tutti rischiamo di essere trapassati dagli eventi, senza assaporarli fino in fondo e smarrendoli nell’oblio della memoria.
Gli incontri e gli amori speciali hanno un carattere unico e oggi mi hanno fatto sentire una persona molto privilegiata. Per questi, non ho alcun dubbio. Anche a costo di essere fuori moda, non mi piacciono prèt-a-porter.
Nov 17, 2013 @ 15:43:27
Si, e’ stato importante questo piccolo momento ritualizzato, per concedermi di festeggiare l’incontro e gli incontri con voi, te e Igor, e trovarvi li è stato proprio bello! Il Conte Luchino non l’ho mai incontrato, rivedendo il video mi sono ricordata che Igor forse lo aveva registrato e presentato ad una conferenza a Milano sulle virtù…!?
Pero’ Torre degli alberi e’ Torre degli alberi, anche per altra cosa!
Credo che ogni allievo che è passato di li può capire cosa intendo, senza aggiungere altre parole!
Il luogo mi ha ricordato alcuni momenti dei tre seminari. Memorie per alcuni aspetti lontane nel tempo, per altri ancora molto presenti, vive, perché sono state delle svolte per le consapevolezze di comportamenti attuati nella vita che potevo cambiare.
Si, esperienze uniche, emozioni forti, notte insonni, fatiche, confusioni e consapevolezze! E un libro “il segno dell’altro”, leggerlo ha reso visibile il percorso e l’investimento richiesto a tutti, anche ai conduttori.
Nel pomerriggio ci sono stati i canti dei partigiani e i racconti delle partegiane le loro poesie e storie che narrano come hanno messo a repentaglio la loro vita per la libertà ! Ho assaporato il clima di un paese riunito li insieme a ricordare avvenimenti importanti, gesti coraggiosi, rischi e sfide vissuti insieme da una generazione che voleva cambiare le cose.
E ho pensato
forse oggi l’importanza di ricordare insieme quello che e’ accaduto (anche dopo i partigiani) e’ diventato fuori moda…..perché altri gesti sono da ricordare li a Torre degli alberi e per questo anch’io come te, ieri mi sono sentita fortunata!
Un abbraccio
Nov 17, 2013 @ 15:54:12
Hai ragione Luigina, per molti che come te hanno attraversato quei luoghi in un percorso e processo di formazione, esserci avrebbe potuto essere una bella occasione per ricordare insieme e trattenere storie lontane e molto più vicine.
Sono contenta che tu abbia colto l’occasione per assaporare emozioni che lasciano tracce…. i “segni dell’altro”, appunto.
Le fortune sono beni preziosi che bisogna cercare nei pertugi della vita … beati quelli che hanno occhi e cuore per accoglierle.
Nov 18, 2013 @ 17:43:55
Si lo so… chi incontra Luchino non lo dimentica… non dimentica il suo modo appassionato di costruire un senso profondo sulle cose attraverso una sobrietà che appartiene a pochi… una nobiltà come espressione etica più che di casta una nobiltà materiale non spocchiosa legata alla terra. Io l’ho conosciuto personalmente… ho ascoltato le sue storie… visitato la sua bellissima casa con cantina e laboratorio di tessitura… ed insieme abbiamo mangiato una specie di panettone milanese fatto di avanzi che lui adorava…
Questa volta non l’ho potuto ri-incontrare e so che ho perso una grande opportunità… e me ne dispiaccio!
Nov 18, 2013 @ 20:50:51
Immagino Nadia ….