figlia che brilladi Irene Auletta

Così ti ha definita stamane un’amica in uno scambio di sms avvenuto mentre ero in coda in attesa di fare un prelievo di sangue.

In quell’ambulatorio la paziente più conosciuta sei proprio tu e diverse persone hanno incrociato il mio sguardo guardandosi intorno alla ricerca della tua presenza. In particolare due infermiere si sono avvicinate chiedendomi, in modo esplicito, di te.

Scusi signora non vorremmo disturbarla ma avevamo piacere di sapere come sta Luna. Sa, la conosciamo da tanti anni e la incontriamo sempre con molto piacere.

Cristina, l’infermiera storica che da anni ti fa il prelievo e che viene chiamata appena qualcuna delle colleghe ti intravede arrivare per uno dei tuoi periodici controlli, mi dice di salutarti tanto.

Sono molto affezionata a sua figlia, sottolinea, è una ragazzina molto dolce e negli anni mi ha permesso di avvicinarmi a lei e di capirla ogni volta un pochino di più. Mi ha fatto un bel regalo. La saluto ringraziandola per il pensiero e mi accorgo che ha gli occhi lucidi. Chissà cosa le è passato nei pensieri nominandoti.

In questi anni ti ha visto tante volte e in diverse condizioni di salute. Qualche anno fa, di propria iniziativa, sapendoti molto debole, è venuta a farti il prelievo di sangue a casa e da allora ha sempre mostrato una grande disponibilità e una delicata riservatezza. Le storie si incontrano anche così, con i loro segreti che si parlano senza parole, proprio come sai fare tu.

Poco più tardi, una signora che abita nel nostro palazzo e ti incrocia tutte le mattine, mi chiede come te la cavi nell’esperienza del nuovo centro. Rispondo in modo un po’ frettoloso perchè non voglio entrare troppo nel merito della questione ma, in cuor mio, penso che chi ti incontra deve aver proprio voglia di conoscerti senza fermarsi alla superficie. E’ molto facile banalizzare o infantilizzare ragazzi come te e io di questo non smetterò mai di soffrirne.

Quando però, com’è accaduto stamane, incontro persone che mi restituiscono di te un’immagine che sa andare oltre, sento una ventata ricca di buona energia, così come  è accaduto con il messaggio dell’amica alla quale ho raccontato quasi in diretta cosa stava accadendo.

Ci sono luci che accecano e altre che risplendono piano piano, man mano che ci si avvicina. Tu, figlia mia, mi hai insegnato e ogni giorno mi insegni a convivere con le ombre. E’ questo che può accadere durante alcuni incontri. Quando si riesce a non averne più paura e ad andare oltre si possono scoprire paesaggi che brillano.