Il ragionamento è un po’ lungo per un post, armatevi di santa pazienza se volete seguirlo sino in fondo…
Per uno di quegli strani incroci astrali che di tanto in tanto rendono un periodo della tua vita particolarmente denso di incontri simili, succede che io abbia a che fare da più lati con ideologie, metodi, pratiche, stili di vita che oggi, grazie al simpatico vegano, posso definire tutti sostanzialmente integralisti. Ci sono molte ragioni per arrivare a questa conclusione, ma la prima e più sconcertante è una caratteristica di fondo inaspettatamente comune: mi fanno sentire tutti una merda.
Proprio così, si tratti dell’ultimo movimento politico salito alla ribalta, di un maestro di arti marziali o di un simpatico vegano, il punto non è che loro hanno ragione e tu torto: il punto è che siccome loro hanno ragione, tu hai sbagliato e stai ancora sbagliando tutto. Ne consegue che ti resti una e una sola via: la redenzione. Che significa, in sostanza: pentimento, rinuncia, purificazione e, finalmente, la vita nella Verità.
Consiglio caldamente di seguire passo passo il ragionamento del nostro amico niente-proteine-animali-di-qualsiasi-tipo. E’ convincente, simpatico, accattivante, per nulla supponente, in apparenza. A tratti addirittura umile. A dire che l’integralismo non si insedia nello stile comunicativo, ma nella struttura stessa del ragionamento. E che, di conseguenza, il simpatico vegano, affabile e alla mano, è dieci, cento volte più pericoloso di un vegano arrogante.
In ogni discorso, naturalmente, c’è un pezzo di verità. Dunque anche in quello del simpatico vegano c’è della verità, anche tanta tutto sommato. Il problema non è se quello che dice sia vero o meno, ma se nell’insieme sia coerente oppure contraddittorio.
Per ogni argomento addotto in un ragionamento, esiste sempre almeno un controargomento con lo stesso valore di verità. Il simpatico vegano mostra foto di maialini cucciolosi chiedendo alla platea se sarebbero disposti a ucciderli per mangiarli. La risposta ovviamente è no, visto che il contesto non era un congresso di salumieri. Per estensione il simpatico vegano sostiene che la nostra cultura ammette che ognuno goda dei frutti di atti che non commetterebbe mai in prima persona ma che lascia fare agli altri. Il simpatico vegano chiama questo: ipocrisia. Può essere. Io la chiamo divisione del lavoro.
Ce n’é un bel po’ di cose che io non farei mai in prima persona, che altri fanno e grazie a ciò io posso avere e/o fare cose che non potrei avere e/o fare se non ci fosse qualcuno che le fa. Prendiamo gli assicuratori, i contabili, gli stilisti, gli incursori, persino i politici: i lavori sporchi qualcuno li deve pur fare e sono contento quando altri lo fanno al posto mio. Per altro è una cosa che non è mica iniziata ieri, diciamo così grosso modo, che stiamo parlando di un processo avviatosi qualche decina di millenni orsono. Poi si può continuare a considerarla ipocrisia, io preferisco chiamarla “civiltà”. Persino l’estendersi del numero dei vegani rientra in questo processo: meno gente c’è che mangia carne, più ne posso mangiare io con relativa serenità.
Poi ci sono le deduzioni improprie. Non quelle fiscali, quelle della ragione. Le condizioni di allevamento degli animali per la produzione di alimenti sono disumane, ci ricorda con dovizia di particolari raccapriccianti, il nostro simpatico vegano. Vero, a parte l’uso del termine “disumane” perchè solo gli umani allevano altri animali per mangiarseli, dunque sono sin troppo umane, non disumane. Diciamo dunque che le sofferenze inferte agli animali allevati per alimentazione sono terribili e negli ultimi decenni con gli allevamenti intensivi sono peggiorate esponenzialmente. Questo è un dato di fatto. Terribile quanto si vuole. Ma concludere che di conseguenza bisognerebbe rinunciare all’allevamento degli animali a scopo alimentare, ovvero a una delle strutture antropologiche più antiche che risale ad almeno a ventimila anni fa, è per lo meno azzardato. E’ pur sempre una via e magari ci arriveremo prima o poi perchè le strutture antropologiche sono in evoluzione. Ma al momento quello stesso dato di fatto ammette almeno un’altra conclusione: cambiamo i sistemi di allevamento. E un grazie anche ai vegani che mettono all’ordine del giorno il problema. Due secoli fa l’introduzione delle macchine a vapore nell’industria tessile ha creato condizioni “disumane” di lavoro per milioni di persone, bambini compresi. Io sono contento che la strada scelta sia stata quella di migliorare progressivamente le condizioni di lavoro e non quella di rinunciare alle macchine a vapore. Mi ci vedrei malissimo nei campi a falciare il grano a mani nude o nei boschi a far legna con l’ascia. Del resto se qualcuno vuol falciare il grano a mani nude o tirar giù alberi nel più puro stile boscaiolo del Klondyke, può sempre farlo e, infatti, molti stanno tornando a farlo. Buona vita a loro.
Infine, ogni discorso poggia sul linguaggio che utilizza ed è nel linguaggio che si cela la maggior parte delle trappole integraliste. Non è necessario, ripete più volte il simpatico vegano, “It’ no necessary”. Ma non spiega mai cosa intenda per “necessario”. Dice anche, sin dall’inizio, che il nostro comportamento alimentare dipende dalla cultura di appartenenza. Cosa del tutto ovvia, ma la connotazione che ne fornisce è negativa. La “cultura” viene paragonata a Matrix, metafora felice di ogni paranoia complottista (dopo la Spectre di James Bond) secondo la quale c’è “qualcuno”, spesso non identificato ma in questo caso sarebbe l’industria alimentare, che condiziona le nostre fragili menti a comportarsi secondo i suoi interessi. Saremmo tutti ipnotizzati insomma, dormienti, inconsapevoli strumenti nella mani del Male e il simpatico vegano si presenta nei panni di Morfeus con le pillole rossa e blu d’ordinanza. La scelta è chiara, ora che sai, perchè ora sai: puoi prendere quella blu e continuare il tuo sonno inconsapevole, oppure prendere quella rossa e vivere finalmente fuori da Matrix, libero e nella Verità. Ma se Matrix è la cultura, caro simpatico vegano, non c’è modo di uscirne, perchè la “verità” di noi umani E’ la cultura. Noi adottiamo sempre comportamenti culturalmente determinati, anche quando eventualmente decidessimo di diventare vegani. Provate a proporre il veganesimo a uno dei rifugiati negli immensi campi profughi dell’Africa centrale o a un Inuit della Groenlandia. Oppure, immaginate di proporlo al vostro bisnonno nato e cresciuto in una valle alpina o nelle campagne intorno ad Agrigento. Quello che manca in Matrix è la pillola verde, quella che permette di restarvi dentro, ma in modo consapevole. Questa è l’unica strada che ci sia data, oltre a quella blu, naturalmente. La rossa è la vera illusione, vedasi Into the wild per intenderci.
Dunque “non è necessario” è un’affermazione che per sostenere la propria verità dovrebbe chiarire cosa intenda per “necessario”. Ma appena ci provasse si dissolverebbe. Perchè alla fine non è “necessario” praticamente nulla di quello che noi umani facciamo. Non era necessario neppure imparare a controllare il fuoco: nessuno altro animale, dopotutto lo fa e ci sono specie che durano da centinaia di milioni di anni facendone a meno.
Caro simpatico vegano, io rispetto la tua scelta. Non vuoi mangiare carne, pesce, uova, latticini e miele? liberissimo. Vuoi convincere altri a fare la stessa cosa? altrettanto libero. Vuoi sostenere questa scelta con argomentazioni razionali? non solo libero, ma benvenuto: servono a ragionare. Ma piantala di darmi dell’idiota, dell’ipocrita o del senza pietà, per favore. Questo non posso accettarlo, come non posso accettarlo da nessuno degli integralismi che tendono a fiorire in ogni periodo di crisi. Sembra proprio che la crisi di Verità porti un sacco di gente a costruirsi la propria e dichiararla unica.
E a proposito di Verità Uniche, bella l’idea di una “alimentazione compassionevole”. Ma, francamente, trovo sì ipocrita chi abbia più compassione per gli animali che per i suoi simili. Io, per lo meno, me ne aspetto in eguale quantità. Dunque perchè il tuo ragionamento sia coerente sino in fondo, simpatico vegano, occorre che tu sia altrettanto compassionevole nei confronti della mia intelligenza e della mia dignità.
Valga, ovviamente, per tutti gli integralismi in corso che si portano appresso il medesimo difetto: credere d’esser nel Giusto, mettendo gli altri, senza possibilità d’appello, dalla parte dell’Errore, con l’unica possibilità di scegliere tra l’essere stupidi oppure complici.
Mar 21, 2013 @ 12:49:19
Bella questa tua analisi, il fatto è che siamo oltremodo immersi in quest’era della comunicazione che sfuggono le analisi dei contenuti e il miglior “comunicatore” riesce ad imbonire più del “professionista”. A tal riguardo ti invito se ne hail il tempo a leggerti questo breve stralcio dal “Gorgia” di Platone (link http://blog.libero.it/infinitesim0/11571171.html ) o eventualmente a leggerlo tutto (si trova facilmente in rete).
Mar 21, 2013 @ 14:54:25
…non ho visto tutto il video…lo dico subito…ma non faccio finta di averlo fatto :). Non mi riferisco quindi al video quando dico che sono d’accordo con quanto scrivi per alcuni incroci molto “reali” (non in rete, non su youtube, ma in pizzeria, in un Gruppo d’acquisto solidale) con persone che avevano fatto una scelta vegana da me condivisibile o meno ma che rispetto…e che, invece, non ne mostravano altrettanto verso cheìi aveva fatto altre scelte…mi hanno dato la sensazione di guardare “tutto il resto del mondo” dal piedistallo…ecco, questo no, grazie.
Guardare e parlare di chi mangia carne come di “assassini”…no grazie. Mi è capitato di incrociare persone che non andavano in pizzeria per “protesta” verso chi “mangiava animali morti” sulla pizza (ci mancava pure che fossero vivi!!!), come se fosse possibile essere “amici” solo di chi condivide una stessa “fede”, come se la “tolleranza” non fosse un valore.
Con questo non penso che tutti i vegani siano così…solo quelli che ho incontrato (un numero esiguo, devo dire, tra gli amici)…e sarei felice di incontrarne qualcuno felice e critico…;-)
Mar 21, 2013 @ 14:58:41
ripsetto al video: …saro’ in periodo poco tollerante…ma alla prima battuta (chi mangia carne o latticini…dovrebbe stare in piedi tutta la conferenza)…sarei uscita (e mi sarei mangiata un gelato…al latte vaccino) 🙂
Mar 22, 2013 @ 21:43:17
Condivido. Mi fanno paura tutti gli integralismi. Io amo gli animali (tanto, ma proprio tanto) e sono stata sempre contro la violenza verso le bestie cosi come verso gli uomini. Ero contro la vivisezione, contro la ricerca sugli animali, poi capita che hai una figlia malata e tutto quello che pensavi viene rovesciato. Cosi mi trovo a pensare: beati loro che credono di conoscere la verità, ciò che è giusto e sbagliato. Beati loro che possono continuare nelle loro convinzioni. Forse vivono più in pace di me..
Scusate non ho visto il video – ho una cara amica che su facebook mi ammorba la vita sul tema – e forse sono pure andata oltre l’argomento proposto..
Mar 22, 2013 @ 22:07:26
Concordo pienemente con te Igor e aggiungo che l’ argomento vale anche su
tante altre cose.
Proprio stamattina mi è capitato di sentire un tizio al lavoro che sentenziava riguardo al far vedere i cartoni animati della Walt Disney o fiabe di Andersen piuttosto che dei Grimm ai bambini che detto da lui sono pieni di significati tutt’ altro che educativi CAVALLO DI BATTAGLIA DI TUTTI COLORO CHE LAVORANO NEL SOCIALE CHE QUANDO VOGLIONO FARE COLPO CON INTERPRETAZIONI FREUDIANE SPARANO SUI SOLITI TRE O QUATTRO CARTONI O FAVOLE CHE DETTO DA LORO HANNO TRAVIATO LA CRESCITA DI TANTI BAMBINI , FACENDO VENIRE AI GENITORI DELLE PESANTI COLPE.
Dubitiamo quasi sempre da chi è troppo convinto di qualsiasi cosa.
Mar 23, 2013 @ 00:42:46
Gentile Igor,
non ho visto tutto il video e non escludo che qua e là i vegani usino toni aggressivi. Questo è un errore senz’altro, considerato il fatto che anche chi ha fatto la scelta vegana fino a poco tempo prima era altrettanto coinvolto in un’alimentazione carnivora. Ma ciò non toglie che non vada considerata seriamente la sua scelta di vita. L’epiteto ‘simpatico’ nei confronti di un vegano-tipo è però paternalistico e sembra derivare da uno di chi crede di avere la verità in tasca, credenza che invece rinfaccia al suo interlocutore.
Quella che lei chiama semplice ‘divisione del lavoro’, che pure è criticabile perché è all’origine della divisione della società in classi e delle varie ingiustizie sociali, non si può applicare al caso in questione. Può essere considerato un lavoro lecito eticamente uccidere altri esseri viventi animali? Come si fa a decidere che cosa è lecito eticamente? Vero è che sembra esserci una relatività dell’etica come dipendente dalla cultura e da norme/convenzioni socio-politiche. Ma veramente chi voglia fondare una prassi etica indipendente per quanto possibile dalle particolari determinazioni storico-culturali va considerato un integralista del passato? Veramente chi si ponga il problema di evitare l’uccisione di altre forme di vita che soffrano e che metta in discussione l’arbitrio dell’umanità di disporre delle vite altrui a proprio piacimento e a propria soddisfazione è un integralista? Non è vero che non si possa uscire fuori da alcune determinazioni storiche delle culture: le culture, le civiltà non fisse, statiche, ma cambiano con il tempo, cambiano storicamente: se prima si accettava la schiavitù, adesso non si accetta più; se erano ammesse discriminazioni razziali, adesso non sono più accettabili. Uno stesso cambiamento può avvenire rispetto a ciò che è abituale nel rapporto fra esseri umani e altri animali. Non c’è un complotto, ma ci sono condizionamenti culturali alimentari, che non è effettivamente necessario che si mantengano. La crisi ecologica contemporanea non ha già indotto le culture umane a ripensare il proprio rapporto con la Natura, non fosse altro che per consapevolezza delle ripercussioni negative sull’umanità stessa del suo modo di sfruttare arbitrariamente la Natura? Si sa che il cibo agricolo che è usato per la produzione di carne da allevamenti (per nutrire gli animali generati appositamente), basterebbe a risolvere il problema della fame nel mondo?
Ha ragione nel dire che sbaglia il ‘simpatico vegano’ a definire ‘disumane’ le violenze degli allevamenti intensivi: effettivamente sono umane, troppo umane; bisogna riconoscere che gli esseri umani sono gli animali più violenti che esistano, che hanno pianificato lo sfruttamento e lo sterminio di massa di molte altre specie viventi. Ma, ancora una volta, l’essere umano può cambiare, anche se questo suo comportamento è vecchio di diecimila o più anni quanto la rivoluzione neolitica. Bisogna avere compassione degli esseri umani, certamente: specialmente da parte di chi è consapevole della sua violenza, che sfigura anche i tratti di qualsiasi possibile dignità umana.
Nessuno ha diritto d’insultarla, di considerarla idiota, ipocrita o senza pietà; ma sembra che più a insulti espliciti, lei faccia riferimento ad un sentimento di colpa che effettivamente ci prende, quando altri ci facciano notare che nella nostra vita abbiamo commessi errori, siamo stati partecipi di una violenza di cui non ci siamo resi conto. La prima reazione è quella di non ammettere questi propri errori, perché mettono in discussione la nostra vita. Tenga presente però che tutti noi vegani abbiamo sentito questo sentimento di colpa, abbiamo avuto questa reazione e poi ci siamo arresi all’evidenza e abbiamo cambiato vita, reimpostandola sul rispetto delle altre vite e della riduzione al minimo della violenza delle nostre vite. Sbagliare è umano, persistere consapevolmente nell’errore è veramente diabolico.
enrico giannetto
Mar 23, 2013 @ 10:10:29
Gentile Enrico, sono contento che tu abbia scritto questo lungo commento. Posso dunque dialogare direttamente con chi ha compiuto una scelta vegana.
Porgi una serie di domande. Tutte interessanti e tutte condivisibili.Io sono sinceramente debitore di tutti quelli che mi impongono domande alle quali magari non ero arrivato da solo. Tutte le scelte alimentari dal vegetarianesimo al vegan mi costringono a pormele e continuo a farlo. Quello che cercavo di indicare in questo post è cosa succede quando mi vengono imposte anche le risposte, come se fossero le uniche possibili.
Il mio post sul veganesimo in realtà è un post sulla genesi dei discorsi integralisti. E con questo non voglio dire che il veganesimo lo sia, ma che quello che ho sentito nel video da parte di quel “simpatico vegano” era un discorso pericolosamente integralista e ho cercato di dimostrarlo. Dunque i temi in discussione sono due: il primo è la scelta vegana, il secondo è riconoscere ed evitare una deriva integralista.
Certo che si possono cambiare abitudini antropologicamente radicate. E’ anche possibile che non ci sia altro da fare per motivi di compatibilità ambientale. Però ci sono due cose che non funzionano nei discorsi che cercano di mettere a tema la questione:
a) se fai una scelta di tipo etico, condannare con le parole e gli atteggiamenti chi non fa quella stessa scelta è contraddittorio, perchè non è un comportamento etico. E’ quello che volevo dire dicendo che se sei compassionevole verso gli animali, hai il dovere di esserlo altrettanto con i tuoi simili. Pena il fatto che la tua scelta non sia credibile
b) ogni scelta etica profonda non è tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, troppo facile. Le scelte etiche profonde mettono di fronte a contraddizioni interne che mettono in conflitto scelte giuste incompatibili fra loro. Dunque io diffido di ogni discorso che attribuisce alla propria posizione tutti gli elementi di verità/bontà, negandone a quelle diverse
Questo, evidentemente, non riguarda solo il veganesimo, ma ogni scelta di vita improntata a un qualsiasi sistema di valori. Se vogliamo che i valori abbiano valore, non vanno ridotti a ideologia. Definendo ideologia proprio quel sistema di credenze che riserva a sè il gisuto e attribuisce agli altri l’errore.
Tornando a bomba, io ho criticato quel conferenziere in quel video, non il veganesimo. Dunque magari occorre che tu gli dia un’occhiata. E’ a lui e solo a lui che mi riferivo con l’epiteto “simpatico vegano”, ovviamente ironico, ma necessario per prendere distanza dall’irritazione che mi ha creato per ciò che ha detto e per come ha trattato tutti quelli che non la pensano come lui.
Non sono vegano, non so se mai lo diventerò, ma ti posso assicurare che se mai lo diventassi andrei da conferenzieri come quello del video a dirgli che per quel che mi riguarda non centra nulla con me. Che il rispetto implica non insultare il proprio prossimo, anche se in modo “simpatico”…
Non è una questione di stile, sia chiaro, ma di valore. Se vorrai potremo entrare nel merito delle questioni che poni e anche altre, quel che conta è che tu non dia per scontato che le tue idee e i tuoi presupposti siano per forza di cose gli unici giusti. Come dici tu, nessuno ha in mano la verità sull’etica. Dunque neppure la scelta vegana. Quello che abbiamo in mano è la possibilità di far dialogare verità parziali e diverse che provano a convivere.
Grazie per l’ascolto e la tua partecipazione
Igor
Mar 23, 2013 @ 18:10:35
Bene, penso sia d’obbligo prima di dar via alle considerazioni sul post in sé, presentarmi quale l’amico carissimo che ha consigliato il video. Per terminare il quadro dichiaro di essere vegetariano e, per chi non mi conosce e non ha condiviso una tavola con me, di essere tra quelli che siedono con chiunque, senza guardare minimamente nel piatto altrui. Detto questo, anche per rasserenare chi teme un mondo di feroci inquisitori che ostracizzino gli onnivori, rispondo a questo tuo post, Igor, davvero notevole per temi e volume (curioso come sia il più lungo che ricordi; evidentemente ha mosso parti profonde e mi fa piacere). Non avevo colto in verità alcuni piani sottili su cui opera la comunicazione di questo video. Per prima cosa devo quindi riconoscere per onestà intellettuale, che molte delle cose che dici sul modo in cui si è strutturata la conferenza, siano vere. Addirittura, ora che faccio maggiormente fuoco su alcuni punti, il format è perfettamente sovrapponibile a quelli utilizzati nella vendita di attrezzi ginnici per gli addominali e set di coltelli in pieno stile a stelle e strisce. Manipolativo? Forse si. Ed è da questo che, purtroppo, l’accusa di integralismo può prendere corpo; proprio per il sottile uso da parte di alcuni, di meccanismi comunicativi volti finemente ad indirizzare pensieri e azioni, in modo da non dare una chance a qualsivoglia forma di intendimento differente. E da ciò, mi dissocio apertamente.
Il secondo punto tocca il dispiacere personale che mi è derivato da quanto sopra, perché quando ho inviato il link ad alcuni amici definendolo FORMIDABILE!, ho intravisto identificando come tale, solo la sequenza di contenuti, di cui parlando unicamente a titolo personale, ravvedo una forte veridicità, ben davanti alla forma. E quando mi riferisco a questi, parlo delle mille ed una lettura ed informazioni che vado a reperire su questo tema tramite siti, associazioni e quantaltro ne produca cultura tra scienza e coscienza. Informazioni in cui, per chi avrà voglia di leggere qualcosa il cui spessore vada oltre alla ripicca di uscire e mangiarsi un gelato, si troveranno garbo e prospettive argomentate. I contenuti sono veicolati dalla forma? Senzaltro, l’ars orandi ben ne insegna al riguardo, arte cui tu per primo attingi, ridicolizzando il personaggio grazie ad una ripetizione incessante del binomio “simpatico vegano” che molto ricorda la sequenza dei “ma Bruto è uomo d’onore” di Marco Antonio. Peccato simpatico vegano…Hai proprio offerto il fianco ai colpi migliori della miglior retorica; sei riuscito a far traslare il senso profondo di questo mondo, al classico “visto? Sono dei fanatici!” con piena soddisfazione degli avversatori come ben si evince dai commenti. La frittata è fatta, e di colpo tutto quello che è un mondo supportato da un credo profondo, eticamente solido e, opinione mia, validissimo, vacilla offrendo una guardia più aperta di quella di un pugile suonato. E questo me ne aumenta il dispiacere perché sarebbe come ascoltare qualcuno che riprende in modo banale e adulteratore il credo di Gandhi, per vederne inficiato il messaggio nella sua bontà più intima ed essenziale.
Peccato ancora, quante occasioni si perdono di portare merce buona per colpa di una carrozza mediocre.
Torniamo quale terzo punto un attimo allidea di integralismo? Diamo per buono che sia emerso dal metodo di questo personaggio e riprendiamone la definzione che vuole sia la creazione di un sistema omogeneo che escluda qualsiasi forma di pluralità e diversità; bene, non è quello che è presente nella sostanza di un mondo di scelte quali quelle nutrizional-ambientaliste cui personalmente mi sono affacciato. A riprova di ciò nessuno su forum, siti che leggo, o tra gli amici vegani e vegetariani che frequento si è mai permesso di fare proselitismo col sottoscritto o peggio giudicarmi per le parti che con loro non si sovrappongono. Nessuno offre depliant a metodo volantinaggio in strada arpionando le persone e proponendo loro quale unica alternativa alla loro non-conversione, la dannazione. Provate a guardare qualche trasmissione televisiva in tema, e riportate poi onestamente chi è costantemente sotto attacco, demonizzato nelle scelte che porteranno su di sé e prole nemesi e malanni da piaga biblica (malauguratamente per questo esercito di profeti accade, dati alla mano, esattamente il contrario). Si propongono di contro anche con forza ed energia idee? Si identificano processi ritenuti disfunzionali e per l’ambiente, e per la società, e per il singolo? Si inviano messaggi forti denunciando quanto ritenuto inaccettabile? Si propone il supporto di culture e la testimonianza importante di personaggi che vi appartengono quali Umberto Veronesi, Leonardo da Vinci, Tolstoj, Einstein, Gandhi, Voltaire, Margherita Hack ed altri? Se è questa la via di integralismo che vogliamo identificare come tale, allora ciascuno si domandi se questa cosa non calzi su di sé per primo. E allora diviene d’obbligo creare scarto tra chi vive in modo integralista una cultura, e la cultura stessa. Questo lo hai ben evidenziato nella risposta ad Enrico, e credo sia punto nodale della questione.
Ultimo punto, citando la tua espressione, è quello del “sentirsi una merda”. Perdona Igor, ma con la tua stessa sincerità, al pari che poco sopra ho identificato gli elementi di cui hai piena ragione e che ho dovuto riconoscere, assieme a quelli dialoganti e condivisibili grazie ai quali hai riportato maggiormente il discorso sui contenuti piuttosto che su una forma infelice di esporli, ti dico che questo come esordio del post, è un punto che ritengo troppo debole stante la tua onestà di analisi, troppo tendente a creare da subito nell’immagine mentale di chi ti legge, un mondo esterno di influenze perniciose su dei poveri tapini. Questo, assieme all’ orazione funebre di Cesare che hai trasportato sul conduttore del video, determina a sua volta una precisa struttura comunicativa che di fondo, ma in modo pienamente percebibile, fa passare il mondo vegano / vegetariano come popolato unicamente da rompicoglioni moralisti, stupidamente intransigenti.
In tal senso da sempre in questo globo presenziano elementi e persone che possono rilasciare messaggi che vengono a toccare nodi o parti scoperte di me, di tutti noi. O semplicemente a incrociare il nostro cammino in modo riconoscibile da un lato e invasivo dall’altro; non per questo Gandhi, Cristo, il Comunismo, Martin Luther King, Ermete e Lao Tze assieme a chiunque abbia presentato un credo con forza estrema, lanciandone i cardini e gli elementi di definizione in modo pubblico o meno, a differenziazione di altre ideologie / comportamenti, credendo in modo convinto che fossero elementi utili per il progresso personale e collettivo, sono da stigmatizzare in quanto disturbatori della mia quiete. Il sentirsi è solo con sé stessi, non è una colpa d’altri nella loro scelta di non fare acune cose o di farne altre molto bene.
Ringrazio Enrico per come abbia espresso in modo così pieno e lineare quanto non sarei riuscito, e con cui concordo pienamente, risparmiandomi tante parole.
E grazie Igor, per aver comunque rimarcato punti a favore di questa scelta. In questo ti riconosco in pieno per onestà e capacità di valorizzare nell’altro anche ciò che non è propriamente delle tue corde.
Un caro saluto a tutti,
Valerio
Mar 23, 2013 @ 21:41:50
Caro amico Valerio, mi sembrava mancassi all’appello… Benvenuto. Mi rendo conto che è davvero difficile tener separati gli oggetti dalla struttura dei ragionamenti. Questo post è dedicato all’analisi di come si struttura un discorso integralista. Non al veganesimo. Ma i contenuti finisce sempre che la fanno da padrone, distogliendo lo sguardo dall’essenziale.
Io non me la sono presa in nessun modo con il veganesimo, ma con quel particolare vegano, o meglio con il suo discorso nel quale ho ravvisato i tratti di un integralismo potente.
Anche tu, come Enrico, tendi secondo me a sottovalutare quello che fa il “simpatico vegano”, Come ho detto a Enrico, non è questione di toni o di stili comunicativi: il problema è la struttura del ragionamento.
In sostanza il conferenziere fa delle affermazioni apodittiche indicandole come vere e indiscutibili. Autoevidenti. Oppure confortate da mille e mille ricerche. E non ammette un altro punto di vista in proposito. Esattamente come fanno i papi quando dicono che la “famiglia naturale” è quella composta da un uomo e una donna uniti nel matrimonio e che tutto il resto è lontano dalla Verità. Cambia solo l’oggetto, ma la struttura del discorso è la medesima. Io ho cercato di mostrare anche in modo paradossale, che ognuna delle cose che sosteneva poteva avere spiegazioni diverse da quelle che forniva lui.
Se il veganesimo è una buona idea, e potrebbe esserlo, di certo ogni personaggio, simpatico o meno, che lo propone come la Verità indiscussa cui tutti dovremmo aprire gli occhi, ne allontana il diffondersi. E vorrei aggiungere che il tizio ripeteva ogni due per tre che quel discorso andava a farlo in giro per le scuole. Non era solo un vegano esaltato che a tavola ti guarda con schifo perchè hai ordinato una bistecca.
Ho scritto quel post per difendere le buone idee che ci sono sotto la scelta vegana. E proprio perchè tu mi ci hai fatto pensare. Non per attaccarla.
Ma le buone idee, tutte le buone idee, si devono misurare con i propri lati oscuri. E devono anche accettare di applicare alle altre idee, gli stessi criteri di verità che pretendono per se stesse. Per questo ho parlato di integralismo: ogni integralismo nega che le propria idea abbia dei lati oscuri, perchè per definizione è totalmente buona e giusta e, naturalmente, non ammette alle idee diverse uguale dignità.
Grazie per le tue parole, poi riprenderemo a quattr’occhi e ti parlerò delle altre questioni che ho sollevato su Fb: cosa fare con gli animali domestici se sei vegano e come comportarsi con i figli…
Mar 24, 2013 @ 10:12:04
Buongiorno a tutti,
sono contenta di aver letto, in relazione al post, gli interventi di Enrico e Valerio, che mi hanno rasserenato e hanno dato dignità a un tema, che è il tema del mio essere al mondo. Devo dire che ho notato ancora una volta un certo umorismo volto a legittimare la violenza sugli animali, una risata che seppellisce chi è già seppellito, che letteralmente lo annulla, riprendendo le parole di Serena Contardi, come cogliere la violenza sempre esterna a noi, frutto della società, mentre il nostro “piccolo” agire si imbosca e si autoassolve. Fatta questa premessa, esprimo solo due parole sparse, che vanno sicuramente fuori tema rispetto alle “indicazioni” date. Ho guardato il video e devo ammettere che, per me, il messaggio della conferenza è stato l’essenza; non ho focalizzato sulla struttura del discorso, anzi, si noti la mia ignoranza, non sono riuscita neppure a identificarla come manipolatoria. Ho guardato al contenuto, il messaggio ha attraversato la pelle, le viscere ed è arrivato alla mia coscienza; ed ha parlato: ha deciso che il lavoro sporco, almeno questo, non lo faccio fare ad altri, in quanto ciò, più che nascondere un’ipocrisia, come scriveva Krishnamurti, o essere, come lei Igor la definisce, una scelta di civiltà, è in realtà una scelta di deresponsabilizzazione: non avere cura della portanza delle nostre azioni in un mondo fatto di connessioni, come la rete di Indra. E se, come scriveva Enrico, non ci sono complotti, un sistema alimentare che lavora in tandem con l’industria farmaceutica c’è eccome, e in virtù di ciò non mi pare di avere intravisto in quel popolo osannante nell’ingollare la pillola verde molta consapevolezza della violenza nascosta nei gesti quotidiani delle nostre vite, conseguentemente concordo sull’affermazione “non è necessario”. Non è necessario mangiare carne e derivati animali, non c’è ragione alcuna, neppure salutistica, che me lo imponga, anzi se non lo faccio il mio corpo ringrazia: maggiore salute, lucidità, energia e maggiore leggerezza sulla Madre Terra (volgarmente definita impronta ecologica), maggior Futuro, ripeto maggiore futuro per le generazioni a venire. Io viaggiatore leggero, mutuando quella splendida definizione di A. Langer, non rinuncio, non mi privo, anzi: da quando sono vegana mi assale una sensazione corporea di bellezza e pace con gli Altri Mondi. Le sorgenti sono molto profonde, il mare è in realtà un oceano e merita di essere esplorato, senza più perdersi in sofismi di maniera: non c’è più tempo.
Prendo a prestito le parole chiare di Massimo Filippi nella recensione al libro “Un Mondo Sbagliato” di Jim Mason. “La prima di queste “intuizioni” è quella che vede negli animali “gli esseri più com-moventi del mondo”, quegli esseri che, in quanto a noi contemporaneamente identici e differenti, hanno reso possibile la formazione stessa della mente umana, con le sue capacità razionali e linguistiche (per ironia delle sorte, quelle stesse caratteristiche che sono state poi utilizzate per giustificarne l’oppressione). Per converso, allora, possiamo facilmente immaginarci la portata devastante di quei dispositivi di riduzione della colpa che si sono dovuti mettere in atto in quello snodo fondamentale rappresentato dalla nascita dell’agricoltura intensiva e della domesticazione animale al fine di rendere possibile la degradazione a cose di chi in epoche precedente era a tutti gli effetti un nostro uguale. Dispositivi devastanti non solo per loro, ma anche per tutto quello che di “animale” noi stessi possediamo, a partire dal nostro corpo e dalla nostra sensualità.
La seconda “intuizione” è l’individuazione del ruolo centrale giocato dall’invidia maschile per lo status sociale delle donne nella società primeva, status sociale reso possibile dalla loro intimità con i cicli naturali della nascita e della fecondità. Mason ritiene che da tale invidia sia scaturito il bisogno maschile di esaltazione della forza in quel primo rituale di dominazione rappresentato dalle pratiche venatorie organizzate ai danni di animali di grandi dimensioni, cioè degli “esponenti” più spettacolari di quei poteri naturali da cui gli uomini si sentivano esclusi.
Infine, la terza “intuizione”, quella per noi forse più importante, è il rendersi conto che poiché sono storicamente esistiti sistemi di organizzazione sociale non basati sulla gerarchia e sull’oppressione, non siamo condannati da una qualche forza sovraumana (che siano i geni di un volgare riduzionismo biologico o il destino di un altrettanto paralizzante spiritualismo) a essere quello che siamo. Il che non equivale all’aspirazione a un irenico quanto impossibile ritorno al passato, ma alla definizione di un più realistico progetto di decostruzione degli infiniti meccanismi di dominio che permeano l’attuale società umana, a partire da quello fondante e istitutivo della riduzione degli animali a cose.”
Chiudo con riguardo alla critica ricorrente di una compassione esercitata esclusivamente sugli animali non umani, non la comprendo in quanto mi sento profondamente inserita in una visione più ampia di universalismo dove non ci sono dicotomie ma solo esseri che soffrono (importante la ricerca di M. Filippi del San Raffaele sulle capacità empatiche dei vegani http://www.hsr.it/marketing-comunicazione-hp/dimmi-cosa-mangi-e-ti-diro-cosa-provi/).
“Ogni Possesso è un arbitrio, ogni uso dell’altro un infamia. Questo è inegabile. Il dolore dato all’altro non ha giustificazione; è l’ingiuria resa ad ogni figlio della Terra, e comporta insensibilità e distruzione per lo stesso uomo. Più uccidiamo, più siamo uccisi. Più degradiamo e più siamo degradati. Questo è un risultato. L’abbiamo sotto gli occhi e non sappiamo da dove viene. Viene dal nostro cuore inumano…i suoi delitti prima di essere delitti dell’uomo contro l’uomo, sono delitti dell’uomo contro la Terra! La terra va adorata!”
Potrei scrivere anche del comportamento con i figli e con gli animali domestici, ma mi sono già troppo dilungata approfittando della sua pazienza.
Cari saluti,
Lucilla Cerretano
Mar 24, 2013 @ 10:36:37
Perdonami Lucilla, prima di risponderti ho bisogno di farti una domanda: hai letto le mie risposte sia a Enrico che a Valerio? può essere ovviamente, perchè magari nell’urgenza di rispondere al post non l’hai fatto. Ed è importante per me saperlo perchè se non l’hai fatto è inutile che aggiunga altro. Fammi sapere. Grazie per il tuo intervento
Igor
Mar 24, 2013 @ 19:46:27
Nell’urgenza infatti, le tue risposte le ho lette velocemente, anche se c’era consapevolezza di andare fuori tema, a questo punto faccio mio quanto hai già risposto ai due ragazzi.
Una buona serata
lucilla
Mar 24, 2013 @ 11:46:20
Ammetto che non è stato semplice seguire i vari commenti al post perchè la sensazione di un continuo spostamento dal tema e l’immissione di una marea di nuovi contenuti, a volte mi ha provocato un senso di smarrimento e la necessità di andare a rileggere per trovare possibili fili coerenti tra i vari discorsi.
“Sono contenta di aver letto, in relazione al post, gli interventi di Enrico e Valerio, che mi hanno rasserenato e hanno dato dignità a un tema, che è il tema del mio essere al mondo”.
Certo non è semplice non essere toccati da un incipit come questo e, personalmente, riesco solo ad accoglierlo con rispetto, sentendomi libera di dire e/o pensare che i temi del mio essere al mondo possono essere assai differenti. Ma è questa la questione in gioco?
“Dunque i temi in discussione sono due: il primo è la scelta vegana, il secondo è riconoscere ed evitare una deriva integralista”.
Rispetto alla prima questione mi è parso che si sia concentrato il cuore di gran parte degli altri commenti e, a partire dalla mia ignoranza sul tema, preferisco riprendere la seconda che, in base alla mia lettura, ho interpretato essere quella centrale e che più ha attirato il mio interesse.
Dal mio punto di vista, il problema in questione, non sono certo le scelte individuali, di qualunque genere siano, ma l’assertività delle posizioni e l’implicito messaggio di giustizia e verità, che si nascondono dietro tanti punti esclamativi, indipendentemente che arrivino da sguardi sorridenti o da bocche contorte dalla presunzione e arroganza. Certo i sorrisi, o la simpatia, sono più pericolosi perchè ci colgono disattenti e disarmati e, spesso, incapaci di attivare il nostro pensiero critico andando oltre le apparenze.
Siamo immersi in un mondo complesso dove si affastellano verità e ricerche di senso e quello che mi pare importante riguarda l’invito a mantenere aperti pensieri plurali, capaci di contenere al loro interno le differenze di sguardi. In questa direzione ho trovato interessante il post e la sua capacità di restituire come le strutture dei discorsi e delle comunicazioni, andando oltre i contenuti, possono contenere esattamente il contrario di ciò che, in apparenza, viene dichiarato.
Questo è lo spirito con cui ho ascoltato il video. Sono vegana o no? Non mi è parso questo il cuore del post.
Però, mi occupo di educazione, tema che mi sta a cuore da tanti anni e mi preoccupa un mondo “a senso unico” e così assertivo (come ho sentito il discorso nel video) che, anziché presentare i dialoghi tra le verità, ne assume come vincolo l’esistenza di una singola. Ci siamo finalmente liberati della definizione di intelligenza a favore delle intelligenze plurali, ci vorrà ancora tanto tempo per parlare di verità plurali?
Mar 24, 2013 @ 14:58:41
Ok, comunque, ho capito. Grazie anche all’intervento di Irene. Il tema della struttura del discorso qui non riesce a essere preso perchè quello della scelta vegana prevale. Ho spostato il primo nel nuovo post (Per una conversazione gentile) e qui, a questo punto e grazie all’intervento di diversi vegani, stiamo sull’oggetto, ovvero le argomentazioni addotte per il veganesimo dal conferenziere nel video.
Proverò a proporre qualche riflessione qua e là per attivare un confronto non pregiudiziale, ma razionale.
Una delle argomentazioni nel video è che l’alimentazione basta sulla carne non sarebbe per noi umani naturale. E’ difficile per la verità il concetto stesso di “naturale”. Ci sono fatti accertati ai quali però presterei qualche attenzione.
Innanzitutto la nostra specie è l’ultima comparsa di un Philum comune alle attuali scimmie antropomorfe. Non discendiamo da loro, ma da antenati comuni. La differenziazione è inizata milioni di anni fa e uno dei fattori di differenziazione è stato senza ombra di dubbio il cambio di alimentazione. I nostri antenati consumano carne da moltissimo tempo, un tempo di almeno cento volte superiore a quello in cui è iniziato il consumo di cereali. Dunque in che senso sarebbe più “naturale” (in termini biologici non etici ovviamente) consumare cereali anziché bistecche?
Certamente consumiamo frutti e radici da moltissimo più tempo, ma se la logica che deve sorreggere le scelte alimentari è quella degli alimenti più originari, dovremmo prima eliminare pasta e pizza
Prova di tutto questo è che le allergie connesse al consumo di cereali sono in rapido aumento. Certo dipende anche dai prodotti chimici utilizzati per coltivarli, ma difficile non prendere in considerazione l’ipotesi che come esseri umani siamo più adattati alla carne che ai cereali. Del resto io non conosco nessuno che abbia problemi di intolleranza alla carne. Può avere problemi di colesterolo, ma questo è un problema di abuso non di consumo.
Questo che ho appena tratteggiato, è un argomento che non è stato neppure sfiorato dal conferenziere. Non sostengo certo che sia giusto e il suo sbagliato, ma che c’è almeno un altro punto di vista da prendere in considerazione sì. E che non si possa liquidare la questione dicendo che i gorilla sono più forti di noi e si limitano a mangiare banane, anche.
Spero che questa argomentazione sia stata sufficientemente rispettosa. Non ho alcun intento polemico (a parte nei confronti del conferenziere che del resto è stato veramente insopportabile), vorrei davvero capire come un vegano risponde alle mie obiezioni.
Grazie
Per la struttura del discorso non integralista, invece, vi invito a seguire il post successivo…
Apr 02, 2013 @ 15:26:07
L’essere vegano è una scelta etica. Non mi piacciono gli estremismi..intendo coloro che da un parte e da un’altra cercano di “distruggere” le tesi dell’altro, criticando o trovando “falle” nelle idee degli altri. Io sono vegano, sono contento di esserlo per scelta etica e indirettamente alimentare-salutista poichè nel 2013 si può fare a meno di “uccidere” o far soffrire un altro essere vivente. Tutto qua. Non siamo in periodi particolari (guerra, territori poveri…) che ci costringerebbero a fare una scelta diversa. Non giudico nessuno, ognuno è libero di dire e fare quello che vuole.
In cuor nostro poi sta la nostra decisione personale, etica e morale e il fare i conti con la nostra consapevolezza e responsabilità di essere umano. Ciao a tutti e grazie dell’attenzione.
Apr 02, 2013 @ 15:33:12
Scusa, ma tu hai visto il video dal quale questo post ha preso le mosse? A me pare l’esatto contrario di quello che tu dici per te. É un discorso estremamente giudicante e molto ideologico. Dunque non capisco molto quello che dici. Provi a dieci cosa ne pensi di quel modo di sostenere la scelta vegana? Tieni presente che quel conferenziere non parla per sè ma dice cosa è giusto fare e lo va anche a dire in giro per le scuole. Grazie
Apr 04, 2013 @ 14:36:59
Ciao! si certo l’ho visto. Hai ragione.E’ un discorso che può essere considerato ideologico perchè, almeno per come la vedo io, basa e argomenta la scelta vegana con una comunicazione estremista basata sulla parte alimentare-natuale dell’uomo.
Io ,infatti non la porrei così…o per lo meno io ne faccio prima di tutto una questione etica…personalmente il tutto è nato grazie alla mia “religione” buddista…ad esempio la mia compassione (che è parte fondamentale di questa filosofia)non è solo rivolta agli essere animali ma a tutti gli esseri senzienti.Spero di averti risposto. Grazie a te!
Apr 04, 2013 @ 15:23:36
Grazie Pandora per la precisazione. E’ stato veramente faticoso in questo post riuscire a concentrare l’attenzione sulle argomentazioni utilizzate in quel video, a prescindere dal come la si pensi sulla scelta vegana…
Volevo aggiungere però che parlare di scelta etica è una faccenda piuttosto delicata. Se tu affermi che sei vegano perchè ritieni che nel 2013 si possa fare a meno di far soffrire e uccidere animali per nutrirsi (sono parole tue), implicitamente stai dicendo che chi al contrario pur potendo farne a meno continua a far soffrire e uccidere animali per cibarsi, compie una scelta non etica, in qualche modo sbagliata, ingiusta. L’ideologia si nasconde infingarda e poi si ripresenta anche quando non vorresti.
Se io fossi vegano sosterrei la mia scelta (etica) in questo modo: non riesco a tollerare l’idea che ciò che mangio sia appartenuto a esseri viventi che hanno sofferto e poi sono stati uccisi perchè io li potessi mangiare. Ne soffro e dunque preferisco rinunciare ai derivati alimentari animali. In più sto meglio perchè corrisponde di più alla salute del mio corpo.
Solo in questo modo si può evitare di colpevolizzare quelli che compiono una scelta differente.
Gen 25, 2015 @ 19:34:01
lui non è qui per dirci cosa pensare (ma celo dice ogni 10 secondi circa) ma è qui per esporre fatti (peccato siano inventati o sbagliati)
-il bambino nella culla giocherebbe con il pulcino e mangerebbe la mela, vedere un bambino mangiare un pulcino vivo è innaturale?? ma va???
perchè i cuccioli di leoni o di tutti i predatori del mondo animale vanno in giro a cacciare prede veganGenio?? Bevono il latte della loro mamma e le prime volte che i genitori gli portano prede vive per imparare a cacciare non sanno cosa fare sono goffi e impacciati, nonostante siano carnivori e non onnivori come noi, si rassegnati siamo onnivori..
-un maialino è tenero e scorrazza in natura, libero felice e contento, come potremmo fargli mai del male?? Fargli del male?? per passatempo? non so che infanzia ha avuto il nostro mentore, ma provocare dolore e sofferenza ad un animale così.. tanto per… non rientra nei miei hobby, se mi chiedi se sia giusto ucciderlo per mangiarlo?? non è ne giusto ne sbagliato è una scelta, io mangio carne e non provo piacere nella sofferenza di alcun essere vivente.
Il caro veganGenio è così dotto e così ignorante, se avesse visto per sbaglio anche solo una volta un allevamento di maiali a conduzione familiare saprebbe di che razza di animali pericolosi stiamo parlando, augurati di non cadere mai a terra in una stalla con due maiali adulti, non ritroverebbero niente del tuo veganissimo corpo, non sono carini e docili e non sono assassini malvagi, sono onnivori e tu rientri nella loro dieta come loro nella nostra.
– questi sono i 4 animali più forti e grossi della terra e mangiano solo piante…
adesso basta!! a tutto c’è un limite non si possono dire scemenze così e non possono esistere persone così sprovvedute da bersele…
è perchè sono Erbivori veganGenio!!! ERBIVORI e in quanto tali il loro organismo e SOLO IL LORO è in grado di sintetizzare tutti gli amminoacidi necessari dagli alimenti di origine vegetale.
Noi non possiamo veganGenio e sai perchè?? perchè NON SIAMO ERBIVORI e il nostro metabolismo non è in grado di ricreare tutte le catene di amminoacidi necessarie al corretto funzionamento dell’organismo.
– il nostro intestino non è come quello dei carnivori, siamo d’accordo
ah ti sei scordato di dire che non è neppure come quello degli erbivori… succede..
Troppo lungo e troppo complesso… non se ne uscirebbe
Inuitle dirgli che ci siamo sviluppati come specie di raccoglitori, cacciatori e che la selezione naturale nel corso di milioni di anni ha strutturato il nostro organismo per assimilare sia alimenti di origine animale che di origine vegetale.
Un ragionamento logico prevede che l’analisi approfondita dei fatti possa portare alla formulazione di una teoria che è esatta perchè corroborata da argomentazioni verificabili che ne sono alla base.
I Ciarlatani formulano prima la teoria e solo dopo si arrabattano a cercare i fatti che la possano sostenere, con una sapiente opera di taglia e cuci.
Quando incontrate un veganGenio chiedetegli come mai abbiamo i canini e gli incisivi, come mai abbiamo gli occhi in posizione frontale come i predatori e non sui lati comi gli erbivori, se la carne è veleno per il nostro corpo perché ci siamo evoluti con strumenti tipici dei “predatori??”
Perchè non esiste uno straccio di studio scientifico che sia uno che dimostra che l’incidenza dei tumori o degli infarti o del diabete sia più alto negli eschimesi(i quali oltre foca e pesce non mangiano altro) rispetto al resto della popolazione mondiale??
Sto dicendo di privarvi della frutta e della verdura?? ma anche no!! mangiatela, fa bene… ed è anche molto buona, unica accortezza melanzane zucchine e co si mangiano quando è periodo, stessa cosa per verdure invernali!! Se vi volete bene non rinunciate a carne e pesce di provenienza sicura, ogni tanto qualche latticino…
diversificate quanto più possibile e starete benissimo
Soprattutto non date retta ai ciarlatani, io per mestiere li riconosco al volo, quello è un ciarlatano se non fosse vegan vi venderebbe aspirapolveri porta a porta
Gen 25, 2015 @ 20:20:57
leggere questo commento è veramente spiacevole, fa male al cuore. Il tono è fortemente aggressivo e fa capire che le idee presentate non sono altro che una razionalizzazione ideologica di una reazione emotiva ad un video, che, comunque, al di là delle sicurezze dell’autore, mette in discussione il suo modo di vivere. Sì, perché essere vegani, come qualcuno ha già spiegato, è una scelta di vita etica, che, con il suo stesso presentarsi, impone agli altri una riflessione sul proprio modo di vivere: un modo di vivere che è spesso inconsapevole della violenza che comporta. Il commentatore contrappone alle sicurezze del video certezze altrettanto forti che gli sembrano derivare da analisi biologiche e di teoria dell’evoluzione. Non si rende conto che presentare queste certezze significa ridurre la vera scienza alla ciarlataneria contro cui se la prende. La scienza non è certezza, è ricerca consapevole che non si arriverà mai a una verità definitiva. L’evoluzione è complessa e ha varie fasi: le prime forme di vita sono autotrofe ed erano in grado di sintetizzare il nutrimento da forme non viventi. L’eterotrofia, tipica degli animali, è successiva e comporta prima nutrimento vegetale. Il carnivorismo è ancora successivo, e in mezzo c’è ancora il nutrirsi di carogne di animali già morti: riguarda solo alcune speciazioni. Gli studi sulle origini dell’umanità dagli ominidi mostrano che la dieta originaria fosse frugivora e che l’umanità già dai suoi inizi si qualifica per l’infrazione di questa dieta. Nessuno nega che l’essere umano sia diventato un predatore carnivoro e quindi onnivoro: si tratta solo di comprendere, proprio evolutivamente, che questo non è un dato di natura incontrovertibile, ma il frutto di una particolare ramificazione evolutiva che nel caso dell’umanità è reversibile. L’etica non è e non può essere banale naturalismo, perché non c’è una natura data una volta per tutte, una natura che si è evoluta, che è cambiata nel bene e nel male. I vegani che fanno discorsi come quelli del video pensano che quella evoluzione sia una corruzione di una natura ominide precedente, frugivora nell’alimentazione, e quindi propongono un’etica che risalga a un’origine della vita animale.