affezionarsi ai propri malidi Luigina Marone

In questi giorni sono accadute alcune cose.

La mia memoria ha registrato fatti, accadimenti, emozioni riferiti al ruolo di coordinamento, quasi distrattamente, come qualcosa che chiede di essere chiarita dentro di me e trattata con gli altri. Rimandati nel tempo, per paura di esporsi o per pigrizia di pensiero, sono gli aggiustamenti possibili ad avere la meglio sulle cose che accadono.

E così pian piano il senso delle cose lo smarrisco.

Chissà perché nel proprio lavoro non ci si prende del tempo per soffermarsi sui piccoli dettagli? Perché proseguire il cammino inventandosi ogni parte possibile pur di andare? Magari tirando chi si lamenta, perdendosi in sentieri fuorvianti senza avere il coraggio di dirlo, sorreggendo, indicando la meta, concentrandosi inevitabilmente sulle fatiche senza gustarsi piccoli traguardi.

Credo che i garbugli relazionali e di senso dell’andare nel mondo e nel ruolo professionale possano nascere proprio da qui. E’ come se fosse necessario, di volta in volta, giocarsi in prima persona per capire i propri pensieri e le sensazioni senza rinunciare a dirle e con l’altro provare a capirne il senso, proprio per fare un po’ di strada insieme. Di volta in volta definire ogni piccolo dettaglio, come fossero radici che sorreggono l’albero.

Si sente che sono fatiche diverse e forse è necessario scegliere quali fare. E quando l’andatura diventa molto “zoppicante”, a volte non immagini neppure che ce ne possa essere un’altra.

A dicembre, dopo una supervisione, ho deciso che l’andatura scelta come coordinatore non era più sostenibile, era troppo faticosa, non ne percepivo più il senso. Mi sono detta che era giunta l’ora di una sosta per condividere questi nuovi pensieri e consapevolezze con il gruppo di lavoro.

Mentre mettevo in pratica i pensieri, che erano molto chiari, mi ha sorpreso sentire le emozioni che accompagnavano questi nuovi passi. Era come se stessi perdendo qualcosa a cui mi ero affezionata! Come è possibile che ti sei affezionata a questi dolori?!!! Tutto ciò che per anni è stato il tuo cruccio …

Si, è stata questa la scoperta. Con il tempo anche i dolori diventano nostri, riconoscibili e quasi amabili. Forse è proprio per questo che è difficile lasciarli andare e introdurre cambiamenti.