Sarà, come ha scritto Don Milani, che l’obbedienza non è più una virtù. La mia anima radicalmente libertaria, non può che esserne felice. Ma con la fine dell’obbedienza ci stiamo giocando anche senso del dovere e responsabilità. E questo mi rende profondamente infelice. Innanzitutto come padre. E’ una straordinaria disciplina quella del separare ciò che io vorrei mia figlia facesse da ciò che in ogni caso va fatto, indipendentemente dai miei e dai suoi desideri. E’ una disciplina della libertà e del rispetto innanzitutto, che chiama in causa ogni genitore da secoli. Quindi è bene praticarla e io, mi piaccia o meno, la pratico da quindici anni, ormai.
Ma con mia figlia le cose si riducono all’osso e fatta la tara, rapidamente, non ci vuole molto, di ciò che di quando in quando vorrei facesse ma che può anche non fare, resta ciò che deve essere fatto: vestirsi, lavarsi, andare in bagno, prendere le medicine. Anzi: farsi vestire, farsi lavare, farsi portare in bagno, farsi dare le medicine. E qui non ce n’è per nessuno. Ma mia figlia, a quanto pare, non è capace di obbedire. Il che mi obbliga a riconsiderare il tema dell’obbedienza, perchè se non è una virtù obbedire, non riuscire a farlo appare una disabilità vera e propria.
Come si fa a imparare che certe cose devono essere fatte, in ogni caso, piaccia o non piaccia? Non piegarsi alla volontà dell’altro sempre e comunque, grande virtù certamente, significa distinguere tra obblighi e assumere in prima persona quelli necessari. Ma bisogna arrivarci. E come ci si può riuscire senza un passaggio di obbedienza? Come farà mia figlia a capire che alcune cose vanno fatte “perchè sì”, se non riesce a capire che vanno fatte perchè glielo dico io?
Non so come ne uscirò, ma vorrei dire a tutti i genitori che possono permettersi l’obbedienza, di non chiederla a sproposito, ovvero quando non c’è un vero obbligo, di non mascherarla dietro lo stile “è per il tuo bene”, e di non evitarla come la peste per motivi ideologici o preoccupazioni affettive. anche quando è necessaria.
L’obbedienza non è più una virtù, è vero: è un lusso. E non va sprecata.
Dic 05, 2012 @ 11:32:57
Sono d’accordo con te e ti capisco molto bene quando dici : certe cose vanno imparate e devono essere fatte , piaccia o non piaccia ma i nostri figli hanno la tendenza ,almeno la mia che ha un carattere forte, di fare cio’ che piu’ le piace e le torna utile . Pero’ continuando a insistere ma sempre con le maniere mediamente dolci e ripetendo le stesse cose per 4 6 8 10 volte poi quslche cosa si ottiene …..e’ snervante e pesante quindi a volte io confesso che devo mollare perche’ il suo carattere da ariete testone si scontra con il mio ……pero’ non sempre non si deve mollare e qualcosa si ottiene !!!!! Ora la tua ragazzina e’ anche nel pieno della ribellione giovanile quindi tra qualche anno si calmera’ in po’ …..per ora in bocca al lupo !!!
Dic 05, 2012 @ 14:30:17
Anche io ho lo stesso problema con mia figlia, di certo lei ha un carattere più forte del mio e per questo ne approfitta. Mi sono sempre chiesta, e continuo continuamente a farlo, se la mia pazienza infinita, (Giobbe era un dilettante al mio confronto!) non la danneggi. Spesso mi sento in colpa per non essere riuscita a imporre regole fondamentali, ma e’ così difficile e forse ormai e’ troppo tardi e la stanchezza comincia a farsi sentire. Vorrei avere una bacchetta magica per ricominciare tutto daccapo d non ripetere gli stessi errori….
Dic 06, 2012 @ 10:49:11
Obbedienza o libertà?
Il tuo post mi ha fatto venire in mente la serata di ieri, primo incontro con i professori di mia figlia ,i colloqui della 1° classe dell’istituto liceo scientifico, non sto qui a scrivere la confusione maleducazione dei genitori in confronto i nostri figli sono degli angeli … ma questo è un tema per un altro post …
..Entro mi presento alla prof. Di lettere <> idem prof. chimica ,educazione motoria , persino religione , geografia ….. ecc. arriva il momento della prof. di latino, la mitica materia, io mi sento serena e tranquilla perché sapevo già che mi avrebbe detto cose belle, non su mia figlia, ma sul profitto scolastico, (a questo servono i colloqui)? poniamola così volevo sentire dalla prof. del bellissimo voto del compito in classe e invece entro mi presento e mi dice.. sua figlia è brava proprio per questo le chiedo di comunicarle che deve essere più solidale con la sua compagna di banco,più amichevole … perché ha stretto amicizia solo con alcune della classe, ma nella classe c’è anche R. e ha bisogno di supporto e di amiche soprattutto come sua figlia! E il profitto e il voto? Va bene non sono temi ormai importanti , bisogna puntare tutto sul supporto l’amicizia i legami le relazioni , temi ovviamente a me cari, ma come obbligare mia figlia a … costruire o stringere amicizie? non va bene avere un buon rapporto con i compagni di classe? Vorrei tanto dirle … cara prof. sarò una mamma ribelle ma non chiederò a mia figlia di obbedire … spero tanto di lascarla libera di scegliere le sue amicizie e libera di costruire i suo rapporti …
Dic 06, 2012 @ 10:56:10
Obbedienza o libertà?
Il tuo post mi ha fatto venire in mente la serata di ieri, primo incontro con i professori di mia figlia ,i colloqui della 1° classe dell’istituto liceo scientifico, non sto qui a scrivere la confusione maleducazione dei genitori in confronto i nostri figli sono degli angeli … ma questo è un tema per un altro post …
Entro mi presento alla prof. Di lettere <> idem prof. chimica ,educazione motoria , persino religione , geografia ….. ecc. arriva il momento della prof. di latino, la mitica materia, io mi sento serena e tranquilla perché sapevo già che mi avrebbe detto cose belle, non su mia figlia, ma sul profitto scolastico, (a questo servono i colloqui)? poniamola così volevo sentire dalla prof. del bellissimo voto del compito in classe e invece entro mi presento e mi dice.. sua figlia è brava proprio per questo le chiedo di comunicarle che deve essere più solidale con la sua compagna di banco,più amichevole … perché ha stretto amicizia solo con alcune della classe, ma nella classe c’è anche R. e ha bisogno di supporto e di amiche soprattutto come sua figlia! E il profitto e il voto? Va bene non sono temi ormai importanti , bisogna puntare tutto sul supporto l’amicizia i legami le relazioni , temi ovviamente a me cari, ma come obbligare mia figlia a … costruire o stringere amicizie? non va bene avere un buon rapporto con i compagni di classe? Vorrei tanto dirle … cara prof. sarò una mamma ribelle ma non chiederò a mia figlia di obbedire … spero tanto di la lascarla libera di scegliere le sue amicizie e libera di costruire i suo rapporti …
Dic 06, 2012 @ 18:08:13
L’obbedienza è un argomento che fa tremare le vene nei polsi dalla quantità di luoghi comuni, ovvietà, impacci ideologici, morali ed etici in cui è immerso… tanto e da sempre si è speculato sulla sua necessità, o al contrario sul diritto a volte anche l’imperativo di disobbedire… però posta come un lusso in effetti sorprende e fa pensare. Diffusamente con i genere di lusso s’intende qualcosa di superfluo? spesso anche qualcosa di irragiungibile ma desiderato… in efffetti obbedire implica il poter scegliere di farlo o di non farlo, permette di riflettere sul senso delle prescrizioni e sulle proprie capacità di decidere, il proprio bagaglio di coraggio, o al contrario le prorpie debolezze… assumendosi la responsabilità. E’ quindi un’esercizio di libertà… ed in questo senso oggi più che mai una virtù e un lusso.
Dic 08, 2012 @ 06:52:40
Come dice Nadia, obbedire implica la possibilità di scegliere tra farlo e non farlo. Quindi implica una capacità. Era di questo che cercavo di dire nel post. Una capacità data per scontata, non quella di obbedire o disobbedire, ma di scegliere, che invece mia figlia mi costringere a rimettere in discussione.
Per saper scegliere di fronte a un’alternativa posta da un altro, occorre anche saper dire di si, non solo opporsi. Dunque, per poter disobbedire occorre anche saper obbedire. Ed é proprio questa capacità che non vedo in mia figlia. Mi sembra insomma che continuare a pensare che la faccenda sia una questione di carattere, non permette di pensare che invece ha a che fare con la disabilità.
Per questo ho parlato di lusso. Se saper obbedire é una competenza, occorre non sprecarla per cose inutili, per ogni cosa o non usandola mai.
Dic 13, 2012 @ 11:05:31
Riflessione importante, Igor…mi porta a pensare una serie di cose (che spero non siano troppo “fuori tema”) che transitano dalla libertà passando dalla responsabilità.
Forse non è di moda, ma anche io penso che in alcuni contesti (come nell’incontro con la dimensione della disabilità) sia importante chiedersi se l’altro puo’ scegliere…e soprattutto in che modo, cioè quale siano i suoi margini di libertà. Oramai mi capita molto spesso di parlarne con i genitori che incontro e che chiedono ai bambini anche di due-tre anni cosa vogliono per cena…se vogliono il riso, la pasta, le polpette…ecc…ma a quell’età il bambino puo’ scegliere? Soprattutto puo’ scegliere come intendo io, adulto, razionalizzando…che, poi se mi dice che vuole il gelato, poi gli dico di no, che a quellìora non va bene, e via di contrattazioni “relazionali”…o, forse, non ha anche bisogno di imparare che alcune cose vengono “scelte” per lui (dai genitori, dalla vita…)? Quello che mi dico in questi casi è di non liquidare troppo in fretta la domanda per cercare di allargare anche per riflettere su quanto a volte alcune mosse di restituzione della possibilità di scelta all’altro possano significare abdicare ad una parte certamente impegnativa della propria responsabilità (e al “rischio” di sbagliare, anche) ma che puo’ aprire orizzonti di significato importanti.
Il lusso dell'obbedienza | FattoreFamiglia
Lug 04, 2014 @ 08:54:42