Lezione Feldenkrais di ieri sera.
Angela, l’insegnante, ci accoglie annunciandoci che il tema della lezione riguarderà il camminare e ci anticipa che durante l’incontro andremo a sperimentare i diversi modi per farlo aggiungendo, un po’ sorniona, che solo quando le cose si possono fare almeno in tre modi diversi vuol dire che va bene … ottimo suggerimento per tutti gli amanti dell’assertività e di un punto di vista unico!
La lezione prosegue e i nostri corpi si mettono al lavoro sperimentando, prima goffamente poi in modo sempre più armonico, possibilità diverse per muoversi e per camminare.
Il trucco è di riscoprire l’esistenza del bacino, come dice Angela, il nostro centro e la nostra forza, insieme alla percezione del nostro peso e del suo spostamento sulle gambe.
Non posso fare a meno di pensare a te, che fra qualche giorno compirai quindici anni e che, proprio in questi giorni ti stai cimentando con la bizzarra idea di provare a saltare. Tu, che hai conquistato a fatica la possibilità di camminare, vuoi provare a staccare i piedi da terra? Pazzia allo stato puro.
Vado avanti a provare camminando, muovendo e sentendo parti del corpo fino a quel momento totalmente dormienti chissà dove. La meraviglia di certe scoperte è proprio da provare.
Al termine della lezione Angela, che da tanti anni, quasi da sempre, è anche la tua maestra Feldenkrais, mette una musica samba per concludere in allegria e per non dimenticarsi di … sculettare! Immagino una telecamera nascosta a riprendere questo gruppo di donne nelle varie tappe del lavoro e a registrarne le risate finali.
Forse Angela ti ha insegnato anche questo e forse tu, di tuo, sei proprio fatta così.
Ci provi a saltare e, a tuo modo, un po’ sembri quasi riuscirsi. Ti guardo negli occhi mentre ridi e sei felice. Ti stacchi da terra quasi niente ma io, ti vedo volare.
Ott 17, 2012 @ 10:24:07
BAsta staccarsi da terra anche di un niente e stai già volando. La durata non importa: hai volato.Punto. E sono strasicuro che dentro di lei le distanze non sono importanti..1 centimetro o 100 metri…non importa:l’ha fatto!.
Ott 17, 2012 @ 12:27:16
Grazie Irene…
Ott 17, 2012 @ 15:03:55
Irene, mentre leggo il tuo racconto, rivedo mia figlia Rossella, che riesce a saltare, ma lo fa goffamente perchè pesa ben 85 kg. Pensa se fosse più magra, volerebbe di sicuro, e mi viene da ridere, e il fatto di sculettare poi, lo fa ogni qualvolta sente una musica che le piace, tipo quelle latino-americane. Lei, si diverte tanto ed anch’io, così ridiamo a più non posso tutte e due. Quello è il miglior modo di volare, io in quel momento m’immagino in una di quelle strade di rio a ballare dietro ad un carro di carnevale, chissà, lei cosa immagina.
Ott 17, 2012 @ 21:07:38
Che bello questo intreccio di pensieri che legano te e Luna nelle esperienze con il corpo. Arriva una comprensione affettuosa..prove di volo e così la vedo volare a fianco a te. Perchè lei ci prova veramente e non si arrende! Grazie, è emozionante!
Ott 17, 2012 @ 21:11:22
Cosa devo dire Irene, ogni volta resto senza parole… il tuo racconto è di una delicatezza incommensurabile. Le parole che potrei aggiungere sono inutili è già tutto lì: l’intelligenza, l’umanità, la speranza. Come madre ma anche come professionista sento che una sola aggiunta non stona e che vorrei restituirti: grazie… avete fatto volare anche me.
Ott 17, 2012 @ 22:56:36
grazie anche voi tutti che avete avuto voglia di lasciare il vostro commento… volare insieme, fa la differenza!
Ott 22, 2012 @ 00:35:34
Ciao! Sono Rossana e insieme a mia figlia Alessia mi piace molto ballare.Lei è una patita della musica dance e come è felice quando balliamo assieme;naturalmente la devo aiutare nei movimenti ma in quei momenti penso di trasmetterle tutta la mia energia e la mia voglia di vivere.Diventiamo un unica cosa e ci libriamo nel cielo ridendo come due matte!
Ott 22, 2012 @ 12:48:45
Bello Rossana…. conosco la sensazione e, pur non conoscendovi, un po’ vi immagino a ridere!