Ci sono tante mode che ci circondano e una di queste è quella di disquisire sui pro e contro delle nuove forme di comunicazione e dei nuovi luoghi di incontri virtuali.
Proprio negli ultimi tempi ho avuto modo di riflettere su un aspetto peculiare legato al fatto di aver scritto e pubblicato un post raccogliendo commenti e valutazioni, unitamente a critiche e restituzioni di offesa personali.
In realtà, mai quando commento qualsiasi cosa penso di offendere qualcuno, ma è evidente che determinate riflessioni intorno ad alcuni comportamenti possono toccare i singoli individui, suscitando in ciascuno differenti reazioni, di solidarietà, di stizza o, anche, di offesa.
Mi è venuto così da pensare, che questo è proprio un effetto collaterale del rendere pubblico il proprio pensiero in forma scritta, perchè le parole si sa….
Mi piace farlo e credo che continuerò a farlo ogni volta che ne sentirò in qualche modo l’esigenza e il bisogno.
Cercherò di fare sempre più attenzione, consapevole però che potrò ancora urtare qualche sensibilità e di questo già mi scuso in anticipo.
So che continuerò a farlo con piacere, interesse e senso di ricerca, perchè alcune cose mi piacciono, in particolare, di questa forma e delle possibilità che offre.
Mi piace prendersi la responsabilità delle proprie azioni, sempre.
Mi piace provare a trovare una coerenza tra i propri pensieri e le azioni che si traducono anche in forme scritte e pubbliche.
Mi piace ammettere i propri punti forza, di originalità e anche di debolezza, non nascondendosi sempre dietro uno stucchevole: “non volevo dire questo!”.
“Essere connessi” è anche un modo di dire utilizzato dai giovanissimi che forse finora non avevo ancora compreso fino in fondo e che può essere voglia anche dire “fammi vedere se sei quello che dici”.
Gen 09, 2012 @ 14:54:38
Sì, Irene, e aggiungo….va bene esprimere i “propri vissuti”…ma sarebbe anche ora di impararci sopra qualcosa…anche dalle dissonanze, dalle cose che non ci fanno piacere o che sulle prime urtano la propria sensibilità. Io non ci riesco tanto bene, ma ci provo…quindi mi piacerebbe tanto che anche altri e altre lo facessero…soprattutto in contesti professionali: perchè questa cosa come farebbe bene al lavoro in generale e, soprattutto, al lavoro in gruppo!
Gen 09, 2012 @ 21:50:06
Grazie Irene, per il coraggio di trattare alcuni aspetti così delicati in modo così sincero e aperto permettendo una condivisione collettiva di temi quotidiani, solitamente trattati in solitario. Anch’io credo che facendo parte della comunicazione tra persone, anche nello scambio su facebook ci sono in gioco tanti aspetti che racconti ti sono arrivati dal rimando da altri. Secondo me è necessario imparare a gestire le reazioni personali e la comunicazione con gli altri con consapevolezza e maturità anche ricercando nei gesti e nelle parole come dici tu una propria responsabilità e agirla. E’ un modo di allenarsi a stare “connessi” tenendo conto dell’altro che è altro. E’ interessante in questo senso la dissonanza di cui parla Monica, che potrebbe proprio essere tra ciò che ti aspetti e ciò che accade, ciò che pensavi di dire e ciò che arriva all’altro e che ti restituisce un significato a volte più profondo di quello che immaginavi, ecc…fa parte del gioco e a volte anche questo ci può insegnare qualcosa, a meno che si ricerca o si richiede una perfezione non fattibile a noi essere umani. E poi è necessario per crescere nella relazione andare oltre alle proprie stizze o arrabbiature, per tentare di non essere soprafatti dalle proprie reazioni personali. Per me anche questa può divenatre una ricerca interessante e è interessante per noi professionisti dell’educazione esplorarla in gruppo…come rilanci tu con questo messaggio e come avevamo iniziato a fare nel gruppo web. Ricordi? Una delle ultime sere era stato davvero interessante quello scambio …partendo dalle cose che ci avevevano colpito dello stare connessi in rete, piano piano eravamo riusciti ad avvicinarci alle esperienze nuove delle famiglie di oggi a contatto con i nuovi problemi che i ragazzi portano proprio perchè connessi a questo mondo.
Gen 10, 2012 @ 07:43:46
Grazie Monica e Luigina,
avete dato voce con molta chiarezza, ad alcune trame che lo scritto poteva svelare. Mi pare sia davvero necessario provare a condividere il valore di nuove forme comunicative sia per andare oltre il “proprio interesse e la propria persona” sia per trasformarlo, come sottolineate entrambe, in nuovi sguardi e possibilità professionali.
Ai genitori racconto sempre una cosa che ho imparato da Elinor Goldschmied.
“Quando riprendete un bambino per qualcosa che non è giusto, sottolineate sempre che è l’azione ad essere sbagliata/cattiva e non lui come persona”.
Forse può valere anche per gli adulti e sicuramente può essere un modo per andare al di là di comunicazioni molto superficiali e poco ricche, rispetto a ciò che possono insegnare.