
di Igor Salomone
Ero a Edolo per un incontro pubblico sui temi della cura e della genitorialità. La mia ospite, operatrice del Cardo, la cooperativa che aveva organizzato la serata, mi dice che non ci crede. Non crede a quelle parole appena lette al pubblico, tratte dalle ultime pagine di Con occhi di padre. Il tema era l’orgoglio, quell’orgoglio che, sostenevo, non avrei mai potuto avere da mia figlia, perchè lei, semplicemente, non ha la più pallida idea di che cosa faccia da quando varco la soglia di casa sino a quando ritorno.
Certo, ho risposto, sono convinto anch’io di piacere a mia figlia per quello che sono, ma l’orgoglio è un’altra faccenda. L’orgoglio è un sentimento che occorre imparare, come quasi tutti i sentimenti. L’orgoglio non è un’emozione come la paura, per esempio. Non sorge spontaneo di fronte a uno stimolo capace di suscitarlo. L’orgoglio, come la vergogna che dell’orgoglio è la sorella opposta e complementare, chiede di immaginare un mondo che possa vedere ciò di cui siamo orgogliosi. Occorre insomma saper guardare le cose con gli occhi degli altri, e Luna non ne è capace. Questo ho risposto quella sera.
Stavo tornando da Edolo, su quel regionale nuovo e panoramico che ti accompagna silenzioso lungo tutta la val Camonica regalandoti splendidi scorci di cime, boschi, pareti rocciose, prati e paesi rivieraschi riflessi sul lago. Stavo tornando e ripensavo a quello che avevo detto di me e mia figlia. Dell’orgoglio che lei non può provare per suo padre o per sua madre. E mi sono accorto di non aver detto la sera prima che orgoglio è ciò che provo io per lei. Sono convinto che Luna respiri questo mio sentimento, anche se non può dargli un nome, anche se non è in grado di capirlo. E se lo respira, in qualche modo, lo vive.
Quindi, forse e in parte, ciò che la mia ospite aveva detto la sera precedente corrisponde al vero. In fondo, se mia figlia non è in grado di fare qualcosa, io posso aiutarla o farla al posto suo. Se Luna non è in grado di vivere un sentimento, posso viverlo io per lei e donarle gli effetti che su di me quel sentimento produce. Anche le emozioni possono avere le loro protesi.
Feb 25, 2017 @ 07:47:03
Che bellissima riflessione Igor
Capisco profondamente ciò che scrivi, pur non vivendo la tua stessa situazione.
Grazie che ci partecipi i tuoi ragionamenti, credo che si! Luna è orgogliosa di te e di Irene ma non per un sentimento/emozione imparato ma per riflesso del vostro orgoglio di lei. I nostri figli “normodotati” (alla fine) imparano questi sentimenti complessi da noi, perché in un qualche modo non dovrebbe restituirti qualcosa anche lei??
Una cosa è certa, vi ama !!!
Grazie di questo scritto.
Feb 25, 2017 @ 09:23:27
Giusto Martina, hai ragione. Se i figli imparano questi sentimenti, significa che elaborano qualcosa che arriva loro dai genitori. Luna non sarà in grado di elaborarlo, ma quel qualcosa arriva anche a lei. Grazie di questo tuo contributo. MI ha permesso di avere più chiaro anche il mio