blogger_leopardi_stelledi Irene Auletta

Mi capita sovente di pensare a maestri e maestre incontrati nella mia vita e forse anche per questo, la lettura dell’ultimo libro di Alessandro D’Avenia mi ha particolarmente emozionato. Oltre alla scoperta e alla rilettura di un inedito Giacomo Leopardi, che lo scrittore riconosce tra i suoi maestri, ho trovato particolarmente appassionante la riflessione più volte ripresa e approfondita dell’idea di rapimento.

“Sono pochi ed essenziali i momenti di rapimento nella vita di un uomo e, in quegli istanti, passato, presente e futuro diventano all’improvviso compresenti, come un seme in cui simultaneamente si riescano a scorgere l’albero da cui proviene, l’albero che genererà e tutte le stagioni in mezzo. Questo senso di ampliamento e contrazione del tempo, cristallizzazione e apertura, è rapimento, contatto con la propria origine e quindi originalità.”

E così mi sono ritrovata a pensare ai miei rapimenti e ad alcune persone che spesso mi fanno compagnia nel riemergere di caldi ricordi.

La mia insegnante di lettere delle scuole superiori che, tra le poche a conoscere i motivi dei miei turbamenti di quegli anni, ha saputo con discrezione accompagnarmi all’incontro con testi che mi hanno indicato percorsi importanti, oltre all’amore incondizionato per la lettura. L’esame di maturità, con l’approfondimento di tutti gli scritti di Oriana Fallaci lo devo a lei, così pure come l’idea di iniziare a considerare l’educazione tra i temi principali dei miei interessi.

I miei genitori, nei cui confronti provo ancora oggi una stima profonda per la loro capacità di attraversare tempeste con grande dignità. Mio fratello che, morto ragazzo, mi è tornato tante volte alla memoria leggendo di quel giovane Giacomo malato che già intravedeva all’orizzonte una vita breve.

“La vita si fa bella e terribile quando lotta per vivere di più. La bellezza nasce dai limiti, sempre.”

E altri ancora, non ripercorribili tutti in questo scritto ma che mantengono un posto speciale nel mio cuore grazie al loro contributo alla persona che sono diventata. Detta così, questo rapimento, questa ricerca di senso e questo tono del significato riafferrato ogni volta per la propria esistenza, mi ricorda assai quel percorso tortuoso e complesso su cui, ancora una volta, mi ha scaraventato la vita quasi a volermi assicurare la possibilità di incontrare la bellezza.

E sai cosa ti dico? Questa è la nostra più grande conquista, cara figlia.