mandaluna

 

di Irene Auletta

Anche stavolta dobbiamo ringraziare tuo padre.

Cosa ne dici se per festeggiare il diciottesimo compleanno di Luna pensassimo ad una festa? In realtà in tutti questi anni abbiamo attraversato esperienze tanto differenti. Feste in famiglia, solo noi tre, con i tuoi amici e le insegnanti di quella scuola che hai frequentato per parecchi anni e, purtroppo, tante volte a curarti da quelle fasi acute di malattia che rendevano impossibile qualsiasi proposta.

Quest’anno è un anno importante, tu stai bene e abbiamo imparato a non posticipare nulla perché domani, chissà. Ma io vengo presa subito da mille preoccupazioni e d’altronde, come spesso mi rimprovera tuo padre, sono una grande esperta nel cercare sempre e trovare, qualcosa di cui preoccuparmi. Sarà un problema per te incontrare tante persone? Le emozioni rischieranno di farti stare male? E se poi fosse una giornata storta di quelle che passi il tempo a protestare, urlare e a buttarti per terra?

Aiuto, così non va bene. Torno a fidarmi della persona che tante volte mi ha preso per mano aiutandomi a districarmi dal garbuglio di interrogativi che sovente rischiava di intrappolarmi. D’accordo proviamoci.

Giornata bellissima, tempo perfetto, location accogliente nonostante cimici e vespe un po’ impertinenti, invitati speciali tutti, ognuno a suo modo per una parte peculiare di storia vissuta insieme a te e a noi. Tu da subito comprendi che sta per accadere qualcosa di importante. Te lo abbiamo detto solo poche ore prima per non caricare troppo un’attesa che rischiava di essere difficile da sostenere.

All’inizio accogli felice le prime persone che incontri e pian piano i saluti diventano sempre più calorosi e ogni incontro ti illumina di quella gioia che esce da ogni poro della tua pelle, dalle tue risate, dal tuo continuo movimento. Sei molto emozionata ma resisti fino alla fine, respirandoti quella gioia pura che mi riempie il cuore e che in diverse occasioni non riesce a farmi trattenere le lacrime.

Oggi non c’è spazio per i pensieri tristi, per le preoccupazioni, per quei tremori che hanno rischiato di rovinare la tua festa ma che, per fortuna, hai saputo gestire bene proprio come una ragazza grande. Oggi c’è spazio solo per i sorrisi, per gli abbracci, per quegli occhi lucidi che ogni tanto si incontrano, per il mandala nel bosco, per le parole sussurrate o innalzate come canto di auguri.

Oggi c’è spazio solo per il tuo cuore che batte forte, all’unisono con il nostro e con quello dei nostri amici, in una straordinaria danza d’amore.