sposa cadaveredi Irene Auletta

Giorni strani che intrecciano in modo un po’ bizzarro vicende apparentemente differenti legate da un filo simile.

In una recente riunione di lavoro si presentano modelli teorici alternativi con nomi naturalmente e ostentatamente in inglese per sostenerne la novità e originalità. Appena si va oltre la pronuncia e si iniziano ad afferrarne i significati, emergono concetti già visti e sentiti che però, detti così, probabilmente non otterrebbero alcun finanziamento da parte di una di quelle leggi capestro che circolano nel mondo dei servizi socioeducativi e che sembrano aver fatto smarrire a molti il senso delle cose più elementari.

Mia madre mi riporta a tempi che sembrano molto lontani. Sono andata a trovare i nonni oggi perchè ci tengo a farlo proprio nei giorni di Ognissanti e dei Morti.

E’ vero mamma, per te questi giorni si chiamano ancora così e immagino che Halloween, non riusciresti neppure a pronunciarlo. Ti ricordi la battuta di babbo di qualche anno fa? E pensare che una volta le zucche si mangiavano e basta!

Per me, non è questione di onde nostalgiche ma di chiedersi che fine fanno i significati.

Mi piacciono le novità e le innovazioni ma cerco di non scivolare troppo sulla superficie delle mode, provando a rintracciare ogni volta le radici dei pensieri e degli eventi.

Oggi siamo circondati da nomi in altra lingua che ingannano i significati. Nel primo caso, la folle riunione di lavoro, mortificando quelli già conosciuti e negati come tali, nel secondo, introducendo altro a discapito di qualcosa che rischia di perdersi totalmente. Da bambina, da ragazza e poi da adulta, in tutto il mio pensiero laico, questi primi giorni di novembre mi hanno sempre portato a pensare alla morte e alle persone salutate per sempre.

Non mi dispiacciono zucche colorate, fantasmini e cappelli da streghe, ma mi piacerebbe che insieme a questi non si perdesse, proprio con i bambini e con i ragazzi, l’occasione per nominare la morte, le perdite e il senso delle separazioni che riguardano le esistenze di noi tutti. Le novità dei nostri giorni, che hanno trasformato giorni dai toni tristi in  occasioni di festa in maschera, potrebbero aiutare a dire della paura di avvicinare alcuni significati e del bisogno di introdurre nuovi colori per incontrare il senso dolce amaro della vita.

Penso al bellissimo film di Tim Burton, La sposa cadavere, dove si intrecciano il mondo dei vivi e dei morti in un gioco di toni, umori e colori che ad un certo punto si invertono, presentando scheletri che cantano, ballano e parlano d’amore.

La leggerezza e la superficialità, abitano mondi semantici differenti. Ogni tanto farsene memoria non è male.