Momento dell’anno dove si ritirano schede scolastiche e si fanno colloqui con gli insegnanti e i professori dei propri figli. Si portano a casa soddisfazioni, delusioni, incoraggiamenti e speranze.
Tuo padre mi racconta del colloquio avuto con le tue insegnanti e io poco dopo mi ritrovo immersa a leggere il tuo “piano educativo personalizzato”, che traccia un tuo profilo, così per come lo vedono le tue insegnanti.
Non riesco quasi mai a vivere questo momento con serenità perchè devo continuamente lottare con il crampo allo stomaco che mi attanaglia, a fasi alterne, anche la gola. Mi passerà mai? So bene che tu sei altro e che anche le tue insegnanti vedono altro in te ma, i linguaggi a disposizione in occasione di una valutazione, finiscono con il mortificare quello scambio che avviene da anni, quotidianamente, grazie al diario che scriviamo per dare parole a ciò che ti accade, a casa e a scuola.
Insomma, oggi è un po’ come il giorno del mio compleanno che, spesso, mi chiama a fare bilanci, valutazioni, pensieri e connessioni tra il passato e il futuro. Un inevitabile misto di pensieri positivi e preoccupazioni sempre in agguato, in netto aumento, con il passare degli anni. Mi preoccupa, infatti, il tempo che scorre e corre ma solo perchè penso all’impegno necessario per starti vicino, aiutarti, continuare a insegnarti tenacemente e, semplicemente, essere tua madre.
Prima di scivolare in una versione psico-noir della giornata, mi arriva in soccorso una battuta sulla tua intelligenza che mi spinge ad andare oltre. Di quale intelligenza stiamo parlando figlia mia se quello che leggo potrebbe riguardare senza problemi un bambino di pochi anni?
Ci aiutiamo, io e tuo padre, elaborando pensieri e ragionando insieme sulle forme della tua intelligenza che, evidentemente, vanno ben oltre le elementari competenze che ti vedono ancora in affanno. E’ vero, mi ricordo ancora il sollievo di fronte alle teorie delle intelligenze multiple e alla ricerca delle tue possibili. Dobbiamo assolutamente impegnarci a trovargli un nome anzi, dei nomi, altrimenti la faccenda è ancora troppo debole.
Da stasera ci proviamo e partiamo da qui. Come si potrà nominare quella tua capacità di esserci, di stare nell’incontro e nella relazione, di riempirci spontaneamente la vita?
Feb 11, 2013 @ 21:09:42
“Parole per dirlo”
… è una scommessa da accogliere con serenità Irene, perchè sono certa che servirà a voi per poter dire dell’intelligenza di Luna senza doversi appoggiare su concetti, nomi e definizioni talmente lontani dall’orizzonte di senso da valutare che non possono che risultare incapaci di vedere ciò che devono nominare. Ma credo che la vera scommessa sia appunto poter rifletere sul significato più profondo di “saper essere” e dei diversi modi in cui questo può esprimersi nelle persone a partire dalle loro potenzialità. Questa forma di sapere travalica la valutazione delle abilità, per rivolgersi a paradigmi di pensiero e sensibilità ben più ampi che abbisignano di parole per dirle… chi meglio di voi può aprire questa porta?
Feb 11, 2013 @ 22:05:05
ci proviamo ad aprire porte Nadia, anche scrivendo e facendo tesoro di quanto è possibile condividere con lettori attenti … non solo alle parole!
Feb 11, 2013 @ 21:44:54
Capisco molto bene questi momenti perche’ gia’ passati e digeriti …Martina ha 23 anni pero’ leggendo il tuo racconto mi sono tornati in mente alcuni frammenti di vita trascorsa e ti diro’ che in certi casi , quando un grande luminare dopo aver visionato Martina nel suo studio con alcune educatrici mi mando’ a casa il referto …… Quanto ho pianto …. In pratica mi scriveva che mia figlia non capiva e non avrebbe mai capito niente …. Io con lui avevo spiegato cio’ che faceva e che ricordava ….. E lui mi disse che erano solo mie fantasie ….. Beh io non mi illudo sicuramente di avere un genio e sono una persona con i piedi ben piantati in terra ho una figlia di 38 anni “sana” e Martina di 23 con Sindrome Angelman …ma le potenzialita’ di mia figlia riesco a vederle a volte le sottovaluto anche ma quel medico deficente certo non aveva capito nulla…. Percio’ crescendo ti renderai conto che la tua Luna ti sorprendera’ sempre un po’ di piu’ …. Piano piano ci vuole piu’ tempo e molts pazienza …ma noi genitori di pazienza ne abbiamo tanta!!!!! Ciao
Feb 11, 2013 @ 22:14:51
grazie Silvana…
Di pazienza ne abbiamo parecchia, insieme alla voglia di dare senso alle cose che incontriamo e viviamo. La fiducia, e tenacia, di chi ha fatto un pezzo di strada più lungo, incoraggia!!
Feb 12, 2013 @ 14:23:51
Irene sono passati ben 45 anni e ti dirò Luisella riesce ancora a stupirmi. Ha una memoria pazzesca e come dice papà capisce proprio tutto. Certo un po’ furbetta ma che fare quando poi ti guarda con quegli occhi che brillano come due fari e quel sorriso…ti vien voglia di mangiarla. Abbiamo passato anche noi momenti di sconforto… non tutti la capiscono anche nel ambito della scuola, ma non è un problema suo è un problema loro. Luisella è talmente trasparente che sono gli altri che devono aprire i loro occhi e il loro cuore.
Feb 12, 2013 @ 00:55:56
Come si potrà nominare quella tua capacità di esserci, di stare nell’incontro e nella relazione, di riempirci spontaneamente la vita?
Amore, dedizione e riconoscenza reciproca.
Feb 12, 2013 @ 13:29:26
Si chiama amore
Feb 12, 2013 @ 15:32:34
e’ la lotta di noi mamme di bimbi così speciali che non vengoo capiti, accompagnati nella loro crescita da insegnanti che si spacciano per inegnanti di sostegno ma che fanno di tutto per buttare all’aria tutti i nostri sforzi. L’unica soluzione è credere nei nostri figli e combattere contro queste persone che hanno tanto da imparare dai nostri figli ma non lo capiscono. Anch’io quest’anno sto lottando e ho deciso di non arrendermi ma di lottare a prescindere da quello che mi possono dire il direttore o l’insegnante visto che io so il valore di mio figlio.
Feb 12, 2013 @ 15:55:09
Ciao Irene,
che bello questo tuo modo di esplorare per conoscere Luna!!
🙂
Nominare è un tuo modo di conoscere e far conoscere il mondo e le cose che ti circondano e sono sicura che troverai un nome a quell’esperienza unica che stai vivendo con tua figlia. Molto spesso quando ti leggo mi arrivano sfumature dell’esperienza dell’incontro con lei.
La domanda che ti poni mi ha ricordato quella che ritrovo spesso in modo indiretto anche nella mia famiglia nei confronti di Marcello. E questa volta però è chiara! Solitamente è celata da rivalse, delusioni, incomprensioni, desiderio di farsi capire e far conoscere il proprio figlio per l’epserienza che si ha con lui. E trovo che sia un nocciolo importante da esplorare per cogliere profondamente l’altro e la ricchezza differente della sua disabilità e trovare le parole per dirlo comprensibili…oltre quelle trovate sino ad ora. Che impresa coraggiosa!
Feb 12, 2013 @ 18:31:08
Sì, hai ragione Irene. E’ ora di dar nomi. E non per capire che intelligenza sia quella di Luna: per capire qualcosa di più su cosa sia l’intelligenza.
Sto scrivendo mentre lei guarda la tv. Quel modo continuo di far scorrere lo sguardo su ogni particolare, di partecipare con tutto il corpo a ciò che vede, di cogliere il divertente tra le pieghe dell’azione, nei cambi di ritmo, nei giochi delle espressioni, nei commenti musicali, nel tono delle voci. Mi perderei a guardarla…
Non capirebbe nulla secondo qualche luminare? non è difficile: basta decidere cosa significa “capire” in base al modo con cui capisci tu, così tutti quelli che non capiscono quello che capisci tu, alla fine non capiscono niente. E’ un trucco vecchio come il mondo e un evergreen.
Del resto continuare a ripeterci che Luna “capisce tutto” non serve a nulla. E’ solo una rivalsa verso quei luminari. Dovremo proprio riuscire a dire cosa capisci Luna. E non sarà facile, perchè con tutta probabilità quello che capisci tu è lontano da quello che riusciamo a capire noi. Dunque dovremo cercare tra le nostre disabilità, non tra le tue.
Feb 12, 2013 @ 19:25:32
Grazie Irene, come sempre…per le porte che apri…leggendoti, la prima cosa che mi arriva e’ il ritmo: del respiro, del dialogo tra mente e cuore, forse, poi, affacciandosi al mondo che si apre si tracciano nuovi percorsi di conoscenza.
Quello che porti e’ una questione importantissima.
Ripenso ad incontri con persone anche con disabilita’ cosiddette “lievi” cosi infelici e cosi alla rincorsa dell’idea che il mondo aveva costruito circa le loro potenzialita’ che mi e’ capitato di pensare che fosse un vero “peccato” ( nel senso di aver sbagliato “bersaglio”, di essersi magari concentrati sulle cose meno utili per quella persona). Forse scienza e qualcosa che passi maggiormente dalla vita, dalla creativita’ e dall’esperienza potrebbero dialogare di piu’…cosi che nelle schede di valutazione formalizzate (ma anche nei nostri pensieri) si scriva qualcos’altro…
Qualcosa che non riguardi tanto “l’altro” ma qualcosa che coinvolge ciascuno di noi e la materia di cui siamo fatti.
Feb 12, 2013 @ 21:04:05
Mi viene in mente la regola che dice: I figli dei gatti mangiano i topi.
Questo per dire che Luna tramite DNA o tramite il semplice tramandare da genitore a figlio a aggiunto a ciò che già era di suo quello che ha appreso da voi.
Non so e non me ne frega niente sapere se si chiama intelligenza o altro perchè quello che conta è che malgrado ciò che può dire qualsiasi guru della medicina Luna agli occhi di chi sa vedere oltre è malgrado tutto una meraviglia unica.
Franco.
Feb 12, 2013 @ 22:40:32
Dopo una giornata di lavoro intenso, stasera mi ritrovo qui, ad aggirarmi tra le vostre parole e mi raggiunge un calore che, a tratti, mi commuove.
Chi ha detto che i pensieri sono freddi?
Ieri sera ho scritto, come spesso mi succede, per capire, per alleggerire il cuore, per cercare risposte trovando nuove domande, per provare ad esserci (come Luna mi sta insegnando a fare) senza fuggire a nascondermi tra le pieghe delle mie ombre.
Mi piace sempre leggere i commenti perchè portano, ciascuno, il proprio contributo, la propria interpretazione e sentimenti singolari. Li rileggo spesso e mi sembra che, messi insieme, diano vita ad un nuovo inedito post.
Alla prossima, amici di questo viaggio.