C’è un campo di calcio a Bonassola – racconta un signore seduto in prima fila – troppo piccolo per avere un bordo campo con relative linee. Beh, dico fra me e me, in effetti è persin difficile pensare che in quel paesino arroccato sulle coste delle Cinque Terre possa esercì spazio per giocare a pallone. Salvo doverlo recuperare tra gli scogli dopo ogni tiro teso. Dunque – continua il nostro amico – non esisteva il fallo laterale. Cerco di capire dove voglia andare a parare. Mi stuzzica quell’incipit, ma non riesco proprio a intuire che c’entri con quello che stavamo dicendo.

Franco Bomprezzi e io dialogavamo da un’oretta attorno al mio libro, Con occhi di padre, durante la presentazione milanese di ieri alla libreria Odradek. Franco aveva appena letto quel lungo passaggio che inizia con “Hai fatto caso, Luna, che strano universo ti si è stretto attorno?”(p- 108) seguito dal lungo elenco degli incontri che segnavano allora e in gran parte segnano ancora la sua/nostra quotidianità. Voleva sottolineare che la disabilità, alla fine, è questo: relazione. Vale per tutti noi, ovviamente. Ma l’esperienza della disabilità rende evidente ció che potremmo rischiare di dimenticarci. Io ne avevo approfittato per dire che le relazioni creano un mondo e il mio ruolo di padre è ricomparso, dopo anni di oblio, quando ho iniziato a occuparmene, di quel mondo, dandogli la possibilità di esistere e prendendomene cura.

Lui, il padre-spettatore-uomo, continua con la partita a Bonassola raccontando che, al posto delle linee laterali, c’era un muro. Un muro che i giocatori utilizzavano per il dribbling, facendovi rimbalzare la palla quando dovevano scartare un avversario. Inventandosi una sorta di calciosquash. Questo mi fa venire in mente – conclude – che noi siamo abituati  ad agire sempre in linea diretta. Soprattutto con i figli. Invece si tratta di triangolare con il mondo. Come a Bonassola.

Fantastico…

Grazie, padre-spettatore-uomo. Non potevi regalarmi un’immagine piú convincente per cercare di dire quello che sto cercando di dire da anni sul ruolo paterno. Come ti ho detto ieri, la userò. Iniziando da qui e aggiungendo che il calcio bonassolese insegna anche un’altra cosa: il mondo va triangolato per quello che è, non per quello che si vorrebbe fosse o secondo le prescrizioni dettate dalle regole ufficiali. Ed è esattamente in questo modo che è possibile trasformarlo, abitandolo.

Grazie ancora a tutti. E alla prossima…