Chiavi consegnate. Lavoro finito. Non so se mi fa più effetto essermi chiuso per l’ultima volta la porta alle spalle, quella stessa porta che varco da tredici anni, o salutare un posto ormai vuoto che non è già più il tuo posto. Anzi, si sta già mettendo in mostra per cadere tra le braccia del prossimo che se lo filerà. Il tempo di andartene e quello sta già gridando ai quattro venti che è libero e immediatamente disponibile, qualcuno si faccia avanti prego. A volte occorre separarsene per capire quanto un amore potesse essere mercenario…
A ogni modo, lasciarsi alle spalle qualcosa, mi era già accaduto e conosco la sensazione, significa accorgersi d’improvviso che non ce l’hai più sulle spalle. Dunque, è inevitabile sentirsi più leggeri. Anche. Mi sentivo così stamattina, a tu per tu con un cliente nuovo, tratteggiando davanti ai suoi e ai miei occhi uno scenario che prefigurava un altrove rispetto a quel posto di cui di lì a poco avrei consegnato le chiavi. Non fossi stato già in procinto di salpare, quell’incontro mattutino l’avrebbe richiesto prepotentemente.
Quando lasci, te ne vai. E se vai, vai da qualche parte. Non vai per tornare, ti metti in viaggio alla ricerca di un nuovo posto, di un nuovo progetto, di un nuovo te stesso. Puoi cambiare compagni, ma non è necessario, possono restare gli stessi o qualcuno di meno e raccoglierne altri, pochi, tanti, per strada. E’ la storia che occorre cambiare e per farlo quella vecchia va lasciata. Consegnando le chiavi. Chiudendoti la porta alle spalle.
(Dedicato a tutte e tutti quelli che si sono chiusi prima di me quella porta alla proprie spalle. Forse precedendomi lungo la via che conduce alla prossima)
Feb 10, 2012 @ 21:50:13
sigh sigh…..
Feb 10, 2012 @ 22:05:47
Ciao Igor,
un bell’effetto.. “chiudersi una porta alle spalle..”. leggerezza e disponibilità sono le sensazioni che ho provato tutte le volte che l’ho fatto. Ma anche un pò di tristezza per il tempo che è passato.. aprire a 30 anni o a 50 fa un pò la differenza…Belle le nuove sfide.. ma vuoi mettere il conforto e il sapore delle cose conosciute e che sanno di te..? La prima volta che sono entrato lì pensavo fosse un posto speciale e probabilmente lo era..a renderlo speciale erano le idee e il clima che si respirava e la mia voglia di prendere in mano, di guardare in maniera nuova, almeno per me, quello che è diventato il mio lavoro…
Allora buona fortuna, che la nuova storia sia altrettanto ricca e gustosa come la precedente…
un abbraccio
Biagio
Feb 11, 2012 @ 08:10:58
Grazie, dedico il commento anche a me, che forse qualche porta chiuderò nel prossimo futuro..buona fortuna ( a chi si adopera per averne)
Feb 18, 2012 @ 11:09:02
Sai vedere questa foto fa un certo effetto!!
Ti ho immaginato la sotto, nel parcheggio, con la macchina fotografica e lo zainetto in spalla.
E leggendo questa tua idea Igor di sentirti in questa scelta di nuovo in viaggio…per strada…con un cartello in alto che dice “affitasi” alla dimora e allo studio che è stata sino a ieri il luogo dei tuoi incontri, con altri compagni di viaggio mi ha colpito. E ho sentito che è dinamico questo lasciare per andare altrove!!
E’ interessante che questo lasciare possa permettere di aprirsi per incontrare altro! E’ una bella sensazione questa dimensione che mi arriva dell’andare per strada…per costruire una nuova storia con altri…chissà se posso essere scritte due righe su questo “sentirsi di nuovo in viaggio” come inizio di un nuovo modo di incontrarsi nel nuovo che stiamo costruendo…spero che questa sensazione ci accompagni nel percorrere pezzi di strada insieme!
Mar 20, 2012 @ 22:21:44
“Imparare errando”…