Sì dirà, eehh le nonne! No. Dopo un minuto e qualche metro stessa scena con quella che era, inequivocabilmente, una madre.
Insomma, qualcuno avrebbe la gentilezza di spiegarmi perché a quell’età, quella del ragazzotto non quella della nonna, non solo portavo da me la cartella, ma ero io ad accompagnare a scuola la cuginetta di un anno più piccola, mentre pare che tra i tanti nuovi ruoli delle figure parentali odierne, sia diventato di moda quello dello sherpa? Che sarebbe anche plausibile, se i ragazzi di cui nonne e mamme fanno il portaborse, stessero per compiere chissà quali avventure memorabili. Ma per permetter loro di giocare con una playstation portatile??
La mia di nonna, mi ha stressato per decenni con una frase che ho imparato a odiare: “dove andremo a finire?”. In effetti posso ancora evitare di pronunciarla, perché dove siamo andati a finire l’abbiamo sotto gli occhi. Basta aggirarsi un una mattina soleggiata qualsiasi nei dintorni di una scuola, verso l’ora d’uscita.
Mar 24, 2008 @ 10:55:00
Si… ma anche no.SIsono d’accordo sul fatto che appare una “scemenza” il fatto che la nonna/mamma/etc sostituisca alle parole il nintendo. forse il pargolo soffrirà di un attacco di noia nel percorso casa/scuola, e pertanto è meglio sedarlo?forse non resisterà ai morsi dell’appetito e anche in questo caso una sedazione virtuale è buona cosa?MA ANCHE NO!non tocchiamo lo sherpa! ebbene si, faccio outing:lo ammetto sono una mamma sherpa!mia figlia ha anche una nonna sherpa (a sua volta munita di carrellino e/o bicicletta).la pargola non ha il nintendo, però.ma la questione è collocata nel fatto che la suddetta cartella pesa all’incirca una ventina di kg. (pesata!!) e la pargola circa 30 kg.peraltro io non vorrei proprio pagare il ticket dell’ortopedico … e quindi …faccio lo sherpa!E il libri piuma?libri piuma???? “%&#@¶”(CENSURA)1.ai miei tempi c’erano pochi libri e quaderni – quelli piccoli, oggi si può scrivere solo su taglie maxi A4- tenuti insieme dal “mitico” elastico (si parla dei primi anni 70 e non del 500 d.c.); inoltre i libri avevano una carta meno fine, meno patinata ma grezza, meno spessa assi più leggera.2. facciamo finta (ma proprio per finta) che l’unico modo di apprendere sia avvalendosi di un libro, facciamo finta che non esita la possibilità di imparare in vari modi, tempi, spazi e con metodologie svariate.ma, mi chiedo, ciò che permette ai bambini/ragazzini di imparare è una cartella piena e molto molto pesante?non si potrebbe insegnare (ripeto, si parla di quarta elementare – nella fattispecie -) come organizzare lo studio, l’uso dei libri e dei quaderni?se poi penso alle medie, dove faccio l’educatrice, vedo che i ragazzini di prima sono spaesatissimi di fronte alla mole di libri e ad un calendario scolastico così mutevole di giorno in giorno. certo! se per loro il senso di studiare è fare i piccoli sherpa per 5 anni, e di portare tutti il libri e tutti i quaderni ogni giorno. E poi si dice il peso della cultura!quindi la questione non è semplicemente lo sherpa e il nintendo, ma cosa se fa quella nonna/mamma del recupero del pargolo a scuola e la scuola del senso dei libri…o no?o forse si?monica massola
Mar 25, 2008 @ 11:39:00
Ragionamento interessante Monica… Dunque, la sua struttura generale potrebbe essere la seguente: nella vita di oggigiorno, ci sono fardelli troppo pesanti perchè possano essere sopportati dalle fragili spalle dei nostri ragazzi/e. Ne consegue che, in attesa che detti fardelli si alleggeriscano, madri e nonne non possano far altro che caricarseli sulle proprie. Ironia a parte, mi chiedo se quello dello zainetto non possa cotituire un interessante crinale tra lo sguardo materno e quello paterno sull’educazione. Spero che questo dibattito continui…Igor
Mar 25, 2008 @ 20:50:00
nel senso che il rapporto 20:30 kg lo tralasciamo?anzi lo lasciamo alla scuola? (sperando che se ne occupi o che mi paghi l’ortopedico) .e trattiamo “dell’iperprotezione” materna e del diverso ruolo paterno nel suo diverso esercizio su come, in cosa, e dove proteggere i pargoli.vabbè igor … accettiamo l’ingaggio!a parte che lo sherpa l’ho visto fare anche ai nonni (maschi!!)ma mi chiedo se questa protezione, questa, non è necessaria.e sta a voi (uomini, mariti, padri) correggerla un pò e sta a noi (donne, mogli, madri) ributtarla in circolo. se è vero che i pargoli bene o male sopravvivono a tutto, qual’è il limite da dare al tutto (>mondo esterno che irrompe) per consentire una crescita che deve avvenire tra intemperie e gelate e azioni che evitano che il ghiaccio bruci “il raccolto”…ma il resto, compreso il ruolo della scuola e del “peso” (reale o metaforico) dei libri, e del come insegnare ad organizzare non lo butterei a mare!Monica
Mar 26, 2008 @ 10:10:00
MA ANCHE NO! e rilancioma se è necessario trattare il tema della genitorialità e della maternità (e il livelli di tutela e di protezione erogati), non rischiamo di lasciare sullo sfondo la questione del “in cosa” la protezione dei pargoli è necessaria.fermo restando che è probabilmente vero che rispetto a 50 anni fa i bambini sono molto più tutelati e protetti, non fosse altro perchè in casa oramai non c’è quasi mai più di un figlio.e forse anche vero che una volta si lasciava che crescessero un pò come veniva, perchè poi “le cose sistemano da sole” (questa frase l’ho sentita di recente detta da una signora che vive in un piccolo paese del pavese).probabilmente è così. tutte le cose lasciate a se stesse prima o poi trovano un modo per esistere o resistere, per sopravvivere a se stesse e ai propri limiti.ma per questo motivo è necessario che lasciamo stare proprio tutto?che lasciamo i pargoli in balia del loro crescere? senza fare esercizio di protezione e vincolo? va bene che tematizzare la protezione della schiena dall’infernale cartella non sarà il miglior modo.ma perchè anche no? perchè non lascaire che il problema della protezione non apra scenari più complessi?perchè se oggi riteniamo che non sia adatto mandare i bambini a lavorare ad otto anni (ed nel fare ciò li proteggiamo) perchè dobbiamo ritenere che portare pesi eccessivi sia esercizio utile?e allora rilancio.in cosa e come è necessario che i bambini sperimentino i pesi della vita?la cartella è metafora palpabile di questo?oppure da 50 anni in quà il problema e i problemi sono altri?la scuola non è (un pò ) in crisi sul come e a cosa educare, e quali apprendimenti occorrano in una società così mutata dalla meccanizzazione e dalle tecnologie?i genitori non forse sono ancora fermi a preoccuparsi di tutelare schiene e si dimenticano che i figli, sono calati in un clima culturale sempre più mutevole e variegato ed è anche di quello che dovrebbero occuparsi?i bambini non riescono più a giocare (anche in contesti molto poco urbanizzati) se nn organizzati in attività sportive o aggregative; e non sanno più cosa sono i giochi di gruppo, di cortile, in cui le regole si ricontrattano e si inventano, e che il gruppo è disomogeno per età e provenienza? e gli adulti non faticano forse a vedere che i figli non hanno più questa palestra reale?e in fondo quella nonna non sta cercando da dare il nipote ciò che la società offre (nintendo), inconsapevole di offrirgli una tecnologia che lei stessa non comprende e non capisce, nel suo senso più complesso e fa una cattiva” azione in buona fede??monica massola
Mar 28, 2008 @ 00:09:00
Sono max scali (non ho capito come iscrivermi). MI vien da dirgli al pargolo :”Se porti a scuola il nintendo col cavolo che ti porto la cartella, anche se pesa trenta chili, anzi appunto per quello molla l’osso elettronico”.
Apr 02, 2008 @ 02:03:00
Tratto da “W I NONNI. Alla riscoperta di un ruolo da sempre importante e oggi tutto da inventare”Laniado e Pietre. Edito RED… così … per alleggerire la discussione …”La nonna Gianna mi accompagna alla scuola materna. Nonno Alberto mi porta a nuotare, la nonna Rachele ai giardinetti e nonno Angelo dal dentista. Papà dice che do più lavoro io di Berlusconi”(Egidio 5 anni)”Da piccolo pensavo che mio non-no si chiamasse così perchè diceva sempre di no. Ho tanto desiderato chiamarlo sis-si”(Lorenzo, 14 anni)
Apr 11, 2008 @ 18:35:00
possibile che non sia ancora stato moderato il mio commento, oppure ho cannato qualcosa e quindi nemmeno è arrivato al moderatore? per questo non si vede?ciao,manu.
Apr 11, 2008 @ 18:38:00
…niente…ho capito ora da me…non l’avevo “collapsato”…:)ora lo devo riscrivere…anzi, ora no, lo riscriverò però.la stordita (manu)