di Irene Auletta

Da qualche giorno continua a girovagarmi per la mente un post letto di recente sul tema degli eccessi e, in particolare, dell’eccesso di cura e le sue derive di dipendenza. Sembra sempre impossibile che le “cose buone” se fuori misura possano far male, eppure tutti noi ne facciano esperienza quotidianamente.

Siamo immersi in un’epoca iperbolica dove il tanto impera lasciandoci sovente critici e al tempo stesso travolti e sedotti. L’attuale periodo dell’anno poi pare esaltarne impietosamente le vette tra sfilate di cibi, abiti, profumi, gioielli, giocattoli per bambini e per adulti, luoghi di vacanze e quant’altro la fantasia individuale può proseguire a enumerare.

Il tanto è anche nell’ipocrisia di chi ogni giorno, a parole, valorizza quel meno proprio perchè non lo riguarda e d’altronde sprecare qualche parola per chi sta male, per chi sta attraversando inferni, per chi attraversa la vita con una dotazione veramente ridotta, fa sentire davvero molto fichi.

La tentazione diffusa di farsi sedurre da ciò che non si potrà mai avere rischia di spostare il nostro sguardo dalla bellezza di quello che ci brilla dinanzi agli occhi negando le storie strazianti o molto dolorose di quanti purtroppo, vicini o assai lontani da noi, realmente dinanzi agli occhi hanno poco o nulla.

Per questo nuovo anno auguro a te, figlia mia, di continuare ogni giorno a trasformare quello di cui disponi senza mai smettere di divertirti e di stupirti delle sorprese della vita.

Auguro a me di apprezzare le sfumature di quel meno tanto temuto che da anni mi riempie la vita di tonalità impensabili e di una ricchezza indicibile.

Auguro a tutti quelli che si riempiono di cose o fanno lo stesso con i loro figli, di fermarsi un attimo a mettere ordine per non farsi trascinare nell’oblio dell’abbondanza che, a tradimento e senza avviso, fa perdere il gusto dell’attesa, della conquista, della gratitudine, della sorpresa.

Auguro alla mia vita ancora un po’ di tempo, per gustarmi fino in fondo quella possibilità che, proprio perchè ricercata a volte in pertugi molto oscuri,  mi conferma di continuo il senso di questa vita e della sua straordinaria bellezza.