di Igor Salomone
Cavolo che esperienza! mi sono sentito posseduto dallo Spirito degli Educatori Passati. Ne ho assunto persino la postura: volitiva, austera, magistrale. Diamine! possibile che gli adulti non possano parlare tra loro senza che tutti i mocciosi nei dintorni non si sentano in diritto di ficcare il naso interrompendo, domandando, pretendendo?
Perchè da qualche parte abbiamo sicuramente sbagliato.
Il giorno dopo Ognissanti eravamo a pranzo con una coppia di amici, in un ristorantino incastonato tra le montagne nel bel mezzo di un nulla blu. Quattro genitori, due bambini di nove anni e mia figlia, che di anni ne ha diciannove ma necessita di attenzioni anche maggiori degli altri due. Madre, figlia, figlia, figlio, madre, padre, padre. Questa era la distribuzione dei posti attorno al tavolo. Ogni genitore aveva di fronte un figlio, nessun adulto si guardava dritto negli occhi, per parlarci dovevamo contorcerci.
Eppure è questo che mi capita di vedere ovunque.
Del resto mi sembra di essere mia nonna. Odio i discorsi che iniziano con “una volta” per dire che l’Età dell’oro è alle spalle, fosse anche solo vent’anni fa, e oggi il mondo è irrimediabilmente corrotto. Non ho alcuna nostalgia del bel mondo antico alla ‘900 di Bertolucci e l’immagine dei bambini che giocano scalzi nell’aia tirando di fionda ai gatti mi mette tristezza, non malinconia per la vita vera di una volta ormai andata perduta.
L’ascolto educativo è ascolto dei bisogni e tacere, ignorare, persino intimare, magari con l’indice puntato, possono essere gesti attenti al bisogno dei bambini di essere posti di fronte a dei confini. Se sono compiuti con cura e non per sfinimento, quando i confini si sono dissolti, quando la richiesta di attenzione diventa predatoria, quando lo spazio adulto è ormai totalmente colonizzato.
Smettiamola di dar retta ai bambini e iniziamo ad ascoltarli, anche se per farlo dobbiamo girare la testa dall’altra parte, continuare a parlare tra noi, ricondurli con un dito al loro spazio.
Smettiamola di dar retta ai bambini, oppure diamogliela sul serio drizzando le orecchie a ciò di cui necessitano veramente, anche se questo significa tenerli, quando serve, a debita distanza.
Dic 13, 2016 @ 22:24:39
Accidenti che soddisfazione sentire un discorso che mi porto dentro da tempo
espresso cosi magnificamente da colui che ritengo un pedagogista illuminato!
La tirannia dei bambini é dilagante! Ho visto negli ultimi anni genitori presi letteralmente per le palle dai loro figli! Ho partecipato a cene deliranti gestite da figli di amici che ascoltavano la loro prole che teneva banco come fosse a una conferenza del M5S. E anch’io mi sono chiesto dove abbiamo sbagliato?
E alla fine senza naturalmente esagerare credo che la colpa sia ANCHE( naturalmente non solo!), di tutti i professionisti dell’ educazione che da anni in ogni parte della nostra esistenza di genitore ci dicono come dobbiamo o non dobbiamo fare per essere bravi padri/madri e come far crescere le nostre creature in modo che il loro ego non venga turbato, il loro amor proprio ferito ecc,,,,
Mio padre non aveva nessuno a giudicarlo quando mi sgridava e forse qualche volta ne avrebbe avuto bisogno. Però forse adesso se fosse ancora vivo ne avrebbe anche troppi!