aprile 2015
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Viviamo scissi. Abitiamo molti luoghi, vestiamo numerosi ruoli, viviamo molteplici esperienze. E’ la complessità, bellezza! Ma il difficile non è passare da un parte all’altra, il difficile è ricordarci chi siamo, evitando di dissolverci in ogni luogo, in ogni ruolo, in ogni esperienza.

Gianni è un uomo di 37 anni, molto stimato sul lavoro, gestisce uno staff di dieci collaboratori molto efficiente e allegro al tempo stesso. Tutte i giorni alle cinque, sua moglie viene a prenderlo al lavoro. Gianni non guida più la macchina da tempo per le crisi di panico che lo assalgono appena mette piede fuori dall’ufficio.

Anna è una maestra elementare di lungo corso, insegna da più di vent’anni, stimata dai genitori, sembra avere un rapporto individuale con ognuno dei suoi allievi che ascolta e indirizza con attenzione e fermezza. Quell’attenzione e quella fermezza che non riesce ad avere con i suoi due figli. Luca e Veronica le rimproverano di avere occhi più per i suoi alunni che per loro. L’esatto contrario di Laura, splendida mamma e insegnante arcigna. Chi conosce Laura in entrambe le vesti non riesce a capacitarsi possa trattarsi della stessa persona.

Ruben è un maestro di arti marziali. Ha 42 anni e pratica da più di trent’anni. Ha imparato la disciplina, la tecnica, ha conosciuto e frequentato diversi maestri in diversi viaggi nella lontana Cina, ha vinto numerosi trofei, insegna il rispetto e la tolleranza. Nella sua palestra tutto è sempre in ordine e l’atmosfera serena e fraterna. Ruben ha una diffida del tribunale che gli vieta di avvicinarsi alla sua ex fidanzata dopo che, per numerose volte, ha perso il controllo e i suoi scatti d’ira sono arrivati pericolosamente alle soglie della violenza.

Che senso ha essere bravi da qualche parte se ci sentiamo nessuno in tutte le altre? Che senso ha imparare qualcosa e non farsene nulla al di fuori del luogo dove l’abbiamo imparata? Che senso ha essere un’ottima persona e un pessimo professionista, oppure il contrario, che fa lo stesso?

Frequentiamo insegnanti, formatori, terapisti, coach, counsellor, maestri, psicoterapeuti, guru alla ricerca continua di noi stessi, nel tentativo spasmodico di ricomporci. Viviamo consumando e per curarci dai mali del consumismo frenetico, d’istinto o per abitudine, consumiamo altre esperienze a raffica. Ma per ricomporsi non serve fare tante cose, serve farne alcune chiedendosi cosa c’entrino l’una con l’altra e, tutte insieme, cosa c’entrino con  ciò che siamo, sappiamo e vogliamo.

Tutto questo, in estrema sintesi, è la filosofia del Laboratorio di Sintesi Educativa in gestazione. E anche questo, in anteprima, è ciò di cui parlerò in Formazione self-service, secondo appuntamento del ciclo Formatore a chi?? Conferenze semiserie sui riti e i miti d’aula