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Non riesco a crederci ma sono venuto in Abruzzo senza le mie cartine. Una svolta epocale per me. Sono decenni che non mi muovo da casa senza una cartina appresso. Ho scatole stracolme di mappe d’ogni tipo recuperate ovunque sia andato nel corso degli anni. In pratica il rito di incontro con ogni luogo è sempre stato infilarmi in una cartoleria-giornalaio-ente del turismo e riempirmi delle carte del luogo.

Essendo che da queste parti, provincia di Teramo, transito dal 2001, non c’è mappa, carta turistica, carta dei sentieri dal 250.000 al 25.000 (sono scale, comunque non è fondamentale per il racconto) del Parco Nazionale del Gran Sasso, dei Monti della Laga, del Parco Nazionale dìAbruzzo, della Majella, che io non abbia accumulato e custodito gelosamente. E ora sono custodite gelosamente a casa, dove le ho lasciate, dimentiche, sole e impolverate…

Dunque preparo una gita e inizio la via crucis alla ricerca di una nuova cartina. Pare che qui al mare non sappiano neppure la differenza tra una guida e una cartina e trovarne una, nonostante la montagna sia qui dietro le spalle del lungomare, è praticamente impossibile. Rassegnato inizio a girare su google, google maps e google earth, scarico pdf dell’IGM (Istituto Geografico Militare) con i percorsi, salvo post che descrivono nei particolari ogni itinerario possibile e li carico su Evernote per averli a disposizione anche off line (ovviamente dove andrò non ci sarà campo). E’ tutto pronto per domani…

Insomma, alla fine in gita vado con l’iPhone con l’iPad e niente più carta piegata e ripiegata da sfoderare a ogni bivio. La mia condizione di paperless è ormai quasi assoluta. Forse è stato proprio il peso delle mie finestre elettroniche sul mondo nello zainetto, a farmi scordare quelle cartine lasciate a ingiallire tristemente dopo anni di onorato servizio…