Ciao Igor, mi viene facile capire qs pensiero nella professione educativa ma nel rapporto coi figli come metto in relazione la trasmissione dei valori (cosa è giusto per me) con ciò che è possibile esplorare sul senso del possibile? nel senso che dovrò pure trasmettere qualcosa. le possibilità sono tante ma io comunque dovrò, anche nel senso del possibile, indirizzare mio figlio su ciò che ritengo giusto.
Prendiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Possiamo dire che tutto ció che viene sancito e giusto? Direi di sí. E possiamo anche insegnarlo ai nostri figli. Ma i nostri figli potrebbero chiederci se quello che dice la dichiarazione corrisponde poi al vero. Saremmo ovviamente costretti a dire di no. E ad ammettere che abbiamo insegnato una cosa giusta che non è vera. Come ce la caviamo a questo punto? Dobbiamo insegnargli che devono credere di piú a ció che è giusto o a ció che è vero? Se restiamo impantanati in quello che ho definito l’ordine del Giusto, non ne usciamo.
La domanda successiva potrebbe essere: che senso ha dichiarare qualcosa che poi non si concretizza? Ecco, qui fa capolino l’ordine del possibile. Dichiarare diritti che poi non sono garantiti, puó appari una cosa ingiusta ma in realtà è quella Dichiarazione che rende i diritti non goduti esigibili. Per questo quella Dichiarazione è una pietra miliare che non si deve mettere in discussione. Insegnare questo è insegnare il senso del possibile. Anche se puó sembrare che sia insegnare che una cosA ingiusta è giusta…
Ago 08, 2011 @ 15:03:41
Ciao Igor, mi viene facile capire qs pensiero nella professione educativa ma nel rapporto coi figli come metto in relazione la trasmissione dei valori (cosa è giusto per me) con ciò che è possibile esplorare sul senso del possibile? nel senso che dovrò pure trasmettere qualcosa. le possibilità sono tante ma io comunque dovrò, anche nel senso del possibile, indirizzare mio figlio su ciò che ritengo giusto.
Ago 11, 2011 @ 15:26:58
Prendiamo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Possiamo dire che tutto ció che viene sancito e giusto? Direi di sí. E possiamo anche insegnarlo ai nostri figli. Ma i nostri figli potrebbero chiederci se quello che dice la dichiarazione corrisponde poi al vero. Saremmo ovviamente costretti a dire di no. E ad ammettere che abbiamo insegnato una cosa giusta che non è vera. Come ce la caviamo a questo punto? Dobbiamo insegnargli che devono credere di piú a ció che è giusto o a ció che è vero? Se restiamo impantanati in quello che ho definito l’ordine del Giusto, non ne usciamo.
La domanda successiva potrebbe essere: che senso ha dichiarare qualcosa che poi non si concretizza? Ecco, qui fa capolino l’ordine del possibile. Dichiarare diritti che poi non sono garantiti, puó appari una cosa ingiusta ma in realtà è quella Dichiarazione che rende i diritti non goduti esigibili. Per questo quella Dichiarazione è una pietra miliare che non si deve mettere in discussione. Insegnare questo è insegnare il senso del possibile. Anche se puó sembrare che sia insegnare che una cosA ingiusta è giusta…