Quanto può essere veloce il pensiero la mattina, al bar, davanti a una brioche? Pochissimo, direte. Sbagliato. Certo, non sto parlando delle capacità di ragionamento o di conversazione o anche solo di mettere insieme le cose della giornata. Lì capisco ci voglia un po’. Ma la brioche è per terra, io non le sono davanti, le sono sopra guardando con stupore quella collocazione inconsueta per la dose mattutina di carboidrati che dovrei portare, come tutte le mattine, alla mia signora. La questione dei tempi, visto il frangente, cambia.

Può non sembrare, ma la situazione è incresciosa. E’ del tutto evidente che la brioche non è arrivata lì per telecinesi ma grazie alla goffaggine di un mio movimento. Non ho la più pallida idea di come sia successo, ma al fotofinish il sottoscritto risulta impalato vicino alla bacheca delle brioches, con un cornetto mignon in mano e un altro in mezzo ai piedi. Urge decisione.

Prima possibilità: raccolgo la fuggiasca da terra e con gesto furtivo e abile, la rimetto al suo posto. Nessuno mi ha visto, credo, potrei farla franca. Seconda possibilità, raccologo la transfuga e la porto alla mia signora invece di quella che ho in mano. Lei non c’era, non ha visto, occhio non vede…mi sembra poco carino. Dovessi mangiarla io, forse, ma così,  boh, d’altra parte il pavimento è pulito… Terza possibilità, mi autodenuncio, il barista è un amico, non se ne avrà poi così a male, certo, questo significa farlo sapere agli altri avventori, che fino a questo momento sembrano non essersi accorti di nulla. Alla fine decido. Tempo totale dalla caduta del croissant alla decisione: non più di un secondo, un secondo e mezzo.

Poche decine di minuti prima, mentre al tavolino stavo consumando la mia di colazione, ricevo un sms di una collaboratrice che mi scrive, testualmente: “Causa sveglia fatta suonare tardi parto ora, non ce la faccio per le 8.30, arriverò direttamente a destinazione. Mi ridai la via?? uff…”  Le rispondo ok, pensando a quanto fosse affaticata in quel momento. Ero così convinto da quell’sms che fosse tanto affaticata, da leggere “mi ridai la viTa?”… Nello spazio in decimi di secondo necessario per leggere quel messaggio, mi ero già fatto un film sul suo stato di stress, tale da indurmi a un lapsus di lettura che confermava il film che mi ero fatto.

Dunque non venite a dirmi che la mattina i processi di pensiero sono lenti…