Stimo e leggo Travaglio, ma il suo giudizio sulla trasmissione di Fazio e Saviano “Vieni via con me”, mi ha fatto capire finalmente da che parte sta: è di sinistra. Magari non lo sa, ma è senza dubbio di sinistra.
Di quel tipo di sinistra che da decenni crede che per far cultura sia necessaria sempre e comunque la critica a oltranza. Probabilmente è una forma di espiazione per un passato di adesione cieca e fideistica all’ideologia che ha condotto molti a sviluppare un fondamentalismo scettico parecchio incattivito. Non importa poi se ognuno personalmente, compreso Travaglio, abbia questo tipo di passato alle spalle. Quel che conta è che la nostra Storia ce l’ha, dunque e a priori ogni cosa deve essere scarnificata.
La presunta stupidità d’un tempo sembra doversi riscattare con un tipo di intelligenza tesa essenzialmente a dimostrare di saperla più lunga. Che i problemi sono ben altri. Che c’è sempre qualcosa dietro le cose. Che non bisogna lasciarsi incantare. E chi non gioca a questo gioco al massacro, è un ingenuo, un buonista, un pretino perbene.
Per questa via il fondamentalista scettico si assicura diversi vantaggi secondari. Prima di tutto si sente intelligente con facilità, perchè è di gran lunga più semplice elencare mancanze e lati negativi delle cose, piuttosto che coglierne qualche possibile valore. In secondo luogo può evitare di metterci la faccia: rischia chi dice che una cosa è buona, non chi la fa a pezzi. Infine, e non è secondario, il fondamentalista scettico dribbla la fatica di imparare, perchè presume sempre di aver capito già tutto meglio e prima di tutti gli altri
Esattamente ció che sta accadendo con la trasmissione di Fazio e Saviano che, tra i tanti effetti provocati, allarga giorno dopo giorno il coro di quelli che devono dimostrare di non far parte del coro.
Il sottoscritto, al contrario, e sembrerà strano sia proprio io a dirlo, è contento di far parte del coro di chi apprezza Vieni via con me e prova a indicarne gli elementi di innovazione sia sul piano televisivo sia su quello dell’informazione. Il fondamentalismo scettico, parafrasando Lenin, è la malattia senile del consumismo. Poichè tutto è merce, sembra dire, non fatevi fregare mai e per buona misura parlate male di tutto ció che usate mentre lo state usando. Come ogni malattia si puó comprendere, ma occorre riconoscerla e, se non curarla, almeno circoscriverla sul piano epidemiologico.
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