E’ da tanto che non scrivo. Su questo blog, almeno. Un sacco di problemi con il sito, del resto non ancora risolti. Fa nulla. Ricominciamo da qui.
Ieri, di ritorno da una gita in liguria, Irene mi ha lungamente raccontato dei paesini che ha visitato con la sorella sotto la pioggia torrenziale del week end. Io nel frattempo, mentre lei parlava, girovagavo su Google per vedere dov’erano e per sfogliare gallerie fotografiche, seguendo il suo racconto. Potenza della Rete. In pratica è stata una cantastoriata, o magari anche solo un racconto di viaggio di quelli di una volta, accompagnato dagli scatti fatti con la reflerx. Non una settimana dopo, però, il tempo di far sviluppare il rullino (che sapore già retrò che ha questa espressione) e di stampare le foto più belle. No: il giorno dopo, quasi in tempo reale.
E non è nemmeno una questione di tempi più rapidi. Fosse solo questo non è che sarebbe stato un granchè. Nella storia raccontata è entrato prepotentemente un altro punto di vista. Vedi quella piazza? meravigliosa! certo noi l’abbiamo vista in tutt’altra veste. E giù a raccontarla in quell’altra veste. Così di piazze ne abbiamo visitate due: quella che raccontava lei e quella che raccontavano le immagini su Google. Nel frattempo ci aiutava la visione zenitale del paese incastonato nella sua valle e le notizie acchiappate qua e là sul web.
Non capisco i nostalgici d’uffcio, francamente. Ho anni sufficienti per ricordare con nitidezza lo sfogliare d’album fotografici, per non parlare dell’era (terribile) delle diapositive propinate a centinaia in salotto, al buio, davanti agli amici compiacenti, sino a che non li perdevi, per lo meno. Perchè mai sarebbero stati meglio quei momenti? Un racconto accompagnato da immagini è sempre un racconto illustrato. Se le immagini le ha realizzate chi racconta, alla fine c’è solo lui in scena. Oggi, invece, eravamo in molti a raccontare: chi era stato in gita, chi aveva scattato quelle foto finite in Rete, io che le andavo cercando e selezionando e anche chi dei discorsi attorno a cose lontane può farsene ben poco, ma grazie alle immagini può trovarsi un proprio spazio. Come mia figlia…
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