
di Igor Salomone
Oggi sono diventato razzista. Per cinque minuti, ma lo sono stato. Del resto a chi non capita? vuoi non incontrare prima o poi per strada un maledetto nero che titilla i tuoi più bassi istinti?
Stavo sbanfando sulla mia mountain agè a conclusione del mio personale triathlon bici-camminataveloce-pratica marziale, sapete? così, per tenermi in forma, a una certa età è necessario. Il mio personal assistant mi segnala con la solita pedanteria a ogni km tempo e ritmo medio. Faccio due calcoli mentali: se incrocio un maratoneta mi supera senza problemi mentre io sono al massimo del mio sforzo. Vabbè, dai, è la bici, ha quarant’anni ed è pesantissima, pochi cambi e probabilmente è fatta con una lega a base di piombo. Inoltre i maratoneti sono atleti superallenati, ci sta.
Arrivo all’ultima salita del mio percorso. Sì, non ci si potrà credere ma anche a Milano si devono affrontare delle salite, tipo i cavalcavia, e questo era maledettamente lungo. Scalo il rapporto, spingo come un disperato, cerco di non diminuire il ritmo e mentre penso all’unità coronarica più vicina mi supera in volata una bicicletta di quelle con il carter e senza neppure il cambio. Mi supera spettinandomi, se rende l’idea.
Era montata da un nero maledetto, di certo in arrivo dal centro di accoglienza intravisto qualche km prima, che non sembrava neppure fare il minimo sforzo. Maledetto e bastardo! Non bastasse, gli AirPods mi sputavano nelle orecchie Cindy Lauper in Time after time.
Ditemi come si fa a non diventare razzisti in certi momenti. Ma tornatene a casa tua a fare il figo pedalando, invece di sputtanare noi poveri italiani! per giunta in là negli anni, mentre tu di anni ne avrai si e no venti e un fisico scultoreo. Come la maggior parte dei rifugiati che vediamo sbarcare sulle nostre coste, del resto.
Non sarà che li odiamo perchè sono giovani? L’Italia è un paese per vecchi, vecchi impauriti dalla gioventù e quindi, più che razzisti, siamo spaventati dagli anni corti davanti ai nostri occhi, mentre quelli che arrivano ora, se restano qui, ci sotterreranno alla grande e gli toccherà pure di raccogliere la nostra eredità.
Ma non lo si può dire, allora meglio attaccarsi al colore della loro pelle.