Saggi brevi
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I. Educazione e diritti
Questo è il frutto di un mio intervento in un convegno tenutosi a Bassano del Grappa nell’ottobre 2009, nell’ambito della manifestazione ComunicarEducazione. La pubblicazione, un agile libello con il mio faccione in copertina, è tutta opera degli organizzatori. Il titolo è comunque suggestivo e richiama un tema a me caro: quello del rapporto tra educazione e diritti. Tema che da quell’anno ho avuto modo di affrontare in diverse situazioni sia nello specifico della disabilità, sia più in generale anche grazie al ventennale della Convenzione Onu sui diritti dei minori.
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Scarica il pdf – La Civiltà del disagio: responsabilità della città, della scuola e della famiglia di fronte all’handicap
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II. La scena educativa
Chi mi incontra nei contesti formativi, sa che la ricostruzione della scena primaria (quella del lavoro educativo) all’interno della scena secondaria (quella calcata dal sottoscritto assieme ai formandi), costituisce l’ossatura stessa del lavoro nel setting pedagogico. Occorre capire insieme come si snodi l’interazione sulla scena per comprenderla, comprendersi e imparare modi diversi di attraversarla. La citazione da Il setting pedagogico del 1999 che apre questo saggio del 2009, è doverosa perchè indica la radice stessa di queste pagine. Elaborato in occasione di una ricerca-formazione, questo saggio breve è ora è disposizione di tutti coloro, studenti, corsisti, colleghi, abbiano bisogno e desiderio di un approfondimento teorico a partire dal quale, magari, portare il proprio personale contributo
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III. Sociomorfogenesi e disabilità
Abstract tratto dal rapporto di ricerca-formazione La civiltà dell’handicap realizzata nel 2004 per conto della Provincia di Milano. In pratica è il succo di quello che ho presentato al convegno di restituzione. Dunque, di quella ricerca, dovrebbe costituire l’essenza. Il tema dell’attenzione alla sociomorfogenesi era presente già da tempo nel mio lavoro e nelle mie riflessioni (vedi anche il saggio Pedagogia e rivolta), con quella ricerca è entrato a pieno titolo nel dibattito sul rapporto disabilità/educazione. Una risposta, in sostanza, a un certo qual accanimento pedagogico sulle abilità psicomotorie e alle autonomie funzionali che, se semplificano in modo eccessivo l’esperienza della crescita per ogni individuo, nel caso dell’handicap condannano il disabile a una vita residuale. Il concetto di sociomorfogenesi e le sue implicazioni educative, al contrario, cercano di restituire per intero lo spessore dello spettro evolutivo di ognuno lungo tutto l’arco della vita.
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Scarica il pdf – Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità. l’attenzione alla sociomorfogenesi
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IV. L’incontro di corpi
“Non esiste incontro che non sia di corpi e i corpi, quando si incontrano, si avvicinano tenendo le distanze. Come nell’atto universale della stretta di mano… Difendersi e aprirsi all’incontro sono movimenti complementari. Solo le semplificazioni dall’acre sapore ideologico li vogliono contrapposti. Il corpo ci restituisce la nostra vulnerabilità a ogni respiro… Un gesto difensivo non è necessariamente indice di scarsa propensione verso l’altro o, peggio, di incipiente paranoia. Il più delle volte è un atto inconsapevole di autoprotezione che si esprime in contesti che rendono percepibile la nostra vulnerabilità.” Questo scritto è, insieme, la mia personale convocazione del corpo nelle esperienze di formazione e il manifesto della Difesa relazionale.
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V. Il disagio del disagio
Scritto qualche anno fa in occasione di alcuni incontri di formazione con gli insegnanti sul tema del disagio a scuola. Tema dei più gettonati per un bel po’ i tempo, fa da contraltare al suo gemello, il benessere e in tandem sembrano da tempo racchiudere l’alfa e l’omega dei bisogni formativi di numerosi operatori. Mi sono sempre chiesto cosa abbiano a che fare il tema del disagio e quello del benessere quando si tratti di coniugarli con i problemi dell’educazione. E ho anche sempre guardato con sospetto ogni tentativo di ridurre l’esperienza educativa al combattere l’uno e promuovere l’altro. L’educazione è un’ altra cosa, non significa che non si debba misurare con entrambi, ma è un’altra cosa. In particolare l’educazione deve misurarsi con il disagio che crea nel tentativo di promuovere il benessere della conoscenza e della crescita. Insomma, ne è uscito questo breve scritto sanguigno…
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Scarica il pdf – Il disagio del disagio
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