Difesa relazionale

Progetti

Difesa relazionale

Ciò che si difende nell’incontro è la possibilità di incontrarsi





LA SCENA EDUCATIVA

STRATEGIE

DELL’INCONTRO

SCENE

PERICOLOSE

LA VIOLENZA

EDUCATIVA

METAFORE

GENERARE EDUCAZIONE

SISTEMI ESPERTI

Ogni incontro è un incontro di corpi che, incontrandosi, scoprono la propria vulnerabilità. Per questo motivo i corpi, quando si incontrano, si avvicinano tenendo le distanze. Relazione e difesa non sono dunque principi contrapposti: sono una la condizione dell’altra. Occorre difendersi dai pericoli dell’incontro, difendendo l’incontro stesso.
Questo progetto assume che l’educazione passa attraverso i corpi e che occorre dunque imparare a incontrare il corpo dell’altro, proteggendolo e proteggendosi. Aggressività, coercizione, scontro. violenza sono esiti sempre latenti nell’incontro educativo, sino a quando non si manifestano. Si tratta di educare il corpo ad ascoltarne la presenza, a prevenirne l’esplosione e a ridurne l’eventuale impatto.
Lo scopo generale è promuovere, sostenere e sviluppare la capacità dei corpi di affrontare i conflitti generati dall’incontro educativo, trasformandoli in apprendimenti incorporati nei gesti di ognuno.
Educatori, operatori sociali, volontari. Riconoscere e assumere la dimensione corporea dell’incontro educativo e di cura. Cogliere nell’aggressività del più debole una risposta all’aggressività del proprio gesto. Proteggere l’incontro difendendo e difendendosi. Regolare i gesti di cura evitando gli esiti invasivi e violenti. Accettare nell’incontro la dimensione del desiderio indicandone i confini. Percepire il potere implicito nel proprio corpo per moversi con prudenza e rispetto.
Equipe. Comprendere la natura difensiva dei conflitti. Riconoscere e rispettare la vulnerabilità dei corpi in interazione. Abbassare il livello dello scontro. Proteggere l’incontro altrui. Elevare la soglia di tolleranza dei conflitti. Ricollocarsi nello spazio reciproco. Dare “corpo” alle proprie intenzioni. Mettere in sicurezza le scene operative.
Coordinatori. Interpretare, restituire e governare la dimensione corporea dei conflitti. Supervisionare la disposizione dei corpi nell’allestimento scenico. Proteggere l’incontro tra operatori. Sostenere gli operatori nell’esplorazione della dimensione corporea del proprio agire. Mettere in sicurezza gli incontri sulla scena operativa.
Organizzazioni.Sviluppare politiche della sicurezza orientate ai rischi dell’incontro di corpi. Predisporre strategie di contenimento e prevenzione fondate sulla comunicazione corporea. Monitorare il livello di pressione corporea prodotto dalla densità abitativa. Sperimentare riorganizzazioni spazio temporali utili a produrre incontri sostenibili.
Consulenti pedagogici.Interpretare e condurre la dimensione corporea dell’incontro formativo. Mettere a fuoco la dinamica del gesto comunicativo. Esplorare le soglie dell’avvicinamento e della conoscenza. Affrontare il tema del conflitto sul piano della genesi materiale. Elaborare l’incontro con la violenza nelle storie educative individuali.
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