Partiture
Partiture
Quando si limita a parlare del mondo, l’educazione perde di vista il mondo che sta abitando.
Quando si dissolve nella quotidianità, l’educazione non vi aggiunge nulla e dunque non serve a niente
Quando si accontenta dello straordinario, l’educazione serve a pochi e per poco
Quando si riduce ad eseguire pensieri pensati altrove, l’educazione non funziona
Quando si rinchiude nella mente dei propri attori, l’educazione tradisce la sua natura sociale e diventa incomprensibile
L’educazione non è un dialogo tra due persone. Nè tutto ciò che accade nella vita. E nemmeno un laboratorio dove sperimentare pensieri pensati altrove. L’educazione è creazione di un’esperienza comune, messa in scena per essere rappresentata, osservata e pensata.
L’esperienza che si produce sulla scena educativa è il luogo del “come se”, ovvero di un’esperienza presente e concreta che sta in qualche modo sempre al posto di un’esperienza che non c’è, ma che può permettere di comprendere.
Realizzare una partitura, vuol dire tenere in mano il potenziale analogico e metaforico della scena educativa, lavorare sui rimandi con la vita di ognuno che permette e costruire un intreccio scenico ricco di possibilità espressive, vicende relazionali, dinamiche di ruolo, piani comunicativi ed esperienze corporee.
Più una partitura è ricca, più l’educazione è efficace. Più l’educazione è efficace, più è possibile coglierne i segni nella ricchezza delle sue partiture.
………………………………………………………………..
Quando si limita a parlare del mondo, l’educazione perde di vista il mondo che sta abitando.
Quando si dissolve nella quotidianità, l’educazione non vi aggiunge nulla e dunque non serve a niente
Quando si accontenta dello straordinario, l’educazione serve a pochi e per poco
Quando si riduce ad eseguire pensieri pensati altrove, l’educazione non funziona
Quando si rinchiude nella mente dei propri attori, l’educazione tradisce la sua natura sociale e diventa incomprensibile
L’educazione non è un dialogo tra due persone. Nè tutto ciò che accade nella vita. E nemmeno un laboratorio dove sperimentare pensieri pensati altrove. L’educazione è creazione di un’esperienza comune, messa in scena per essere rappresentata, osservata e pensata.
L’esperienza che si produce sulla scena educativa è il luogo del “come se”, ovvero di un’esperienza presente e concreta che sta in qualche modo sempre al posto di un’esperienza che non c’è, ma che può permettere di comprendere.
Realizzare una partitura, vuol dire tenere in mano il potenziale analogico e metaforico della scena educativa, lavorare sui rimandi con la vita di ognuno e costruire un intreccio scenico ricco di possibilità espressive, vicende relazionali, dinamiche di ruolo, piani comunicativi ed esperienze corporee.
Più una partitura è ricca, più l’educazione è efficace. Più l’educazione è efficace, più è possibile coglierne i segni nella ricchezza delle sue partiture.
………………………………………………………………..
Quando si limita a parlare del mondo, l’educazione perde di vista il mondo che sta abitando.
Quando si dissolve nella quotidianità, l’educazione non vi aggiunge nulla e dunque non serve a niente
Quando si accontenta dello straordinario, l’educazione serve a pochi e per poco
Quando si riduce ad eseguire pensieri pensati altrove, l’educazione non funziona
Quando si rinchiude nella mente dei propri attori, l’educazione tradisce la sua natura sociale e diventa incomprensibile
L’educazione non è un dialogo tra due persone. Nè tutto ciò che accade nella vita. E nemmeno un laboratorio dove sperimentare pensieri pensati altrove. L’educazione è creazione di un’esperienza comune, messa in scena per essere rappresentata, osservata e pensata.
L’esperienza che si produce sulla scena educativa è il luogo del “come se”, ovvero di un’esperienza presente e concreta che sta in qualche modo sempre al posto di un’esperienza che non c’è, ma che può permettere di comprendere.
Realizzare una partitura, vuol dire tenere in mano il potenziale analogico e metaforico della scena educativa, lavorare sui rimandi con la vita di ognuno e costruire un intreccio scenico ricco di possibilità espressive, vicende relazionali, dinamiche di ruolo, piani comunicativi ed esperienze corporee.
Più una partitura è ricca, più l’educazione è efficace. Più l’educazione è efficace, più è possibile coglierne i segni nella ricchezza delle sue partiture.
………………………………………………………………..
Quando si limita a parlare del mondo, l’educazione perde di vista il mondo che sta abitando.
Quando si dissolve nella quotidianità, l’educazione non vi aggiunge nulla e dunque non serve a niente
Quando si accontenta dello straordinario, l’educazione serve a pochi e per poco
Quando si riduce ad eseguire pensieri pensati altrove, l’educazione non funziona
Quando si rinchiude nella mente dei propri attori, l’educazione tradisce la sua natura sociale e diventa incomprensibile
L’educazione non è un dialogo tra due persone. Nè tutto ciò che accade nella vita. E nemmeno un laboratorio dove sperimentare pensieri pensati altrove. L’educazione è creazione di un’esperienza comune, messa in scena per essere rappresentata, osservata e pensata.
L’esperienza che si produce sulla scena educativa è il luogo del “come se”, ovvero di un’esperienza presente e concreta che sta in qualche modo sempre al posto di un’esperienza che non c’è, ma che può permettere di comprendere.
Realizzare una partitura, vuol dire tenere in mano il potenziale analogico e metaforico della scena educativa, lavorare sui rimandi con la vita di ognuno di costruire un intreccio scenico ricco di possibilità espressive, vicende relazionali, dinamiche di ruolo, piani comunicativi ed esperienze corporee.
Più una partitura è ricca, più l’educazione è efficace. Più l’educazione è efficace, più è possibile coglierne i segni nella ricchezza delle sue partiture.
………………………………………………………………..