Sapete? In molti mi hanno restituito di aver avuto coraggio l’altro pomeriggio in tv. Non so poi se per quello che ho detto o per il fatto stesso di essere andato dalla Parodi, in diretta. Può darsi, o comunque è quello che si vede da fuori, forse. Il coraggio, in verità, è una qualità che mi riconosco, ma a me non sembra di averne usato quel giorno in trasmissione, più di quanto non serva tutti i giorni.

Del resto parlare in pubblico è nelle mie corde, per me non è difficile. Ho iniziato con i microfoni a 17 anni, ovvero molto tempo prima che diventasse il mio mestiere, dunque fate voi il conto…

È invece molto più difficile per me non incazzarmi con mia figlia in quei momenti in cui l’idillio si interrompe, lei non fa quello che vorrei facesse, io capisco anche che ha tutte le ragioni per non volerlo fare, ma perdo ugualmente le staffe. Poi, il giorno dopo, vado a farmi intervistare in tv e le cose tornano ad avere un’altra prospettiva.

Probabilmente, l’esperienza del pensare pubblicamente la mia esperienza, mi dà il coraggio di viverla pienamente anche nei suoi lati oscuri e faticosi. Dunque, tirando le somme, dalla Parodi più che dimostrare coraggio, ne ho raccolto in quantità. Così come ne raccolgo in quantità da anni in ognuno delle decine di incontri, serate, convegni, interviste che hanno segnato il mio cammino.

Questo post, allora, è per ringraziare tutti voi che mi ascoltate e vi riconoscete e mi permettete di riconoscermi e, così facendo, mi aiutate a raccogliere tutto il coraggio che serve per raccontare quello che vivo e per vivere quello che racconto.

Ora ho un treno per Desenzano, mi aspettano alla biblioteca di Pedenghe sul Garda alle 20.30 per il prossimo rifornimento…

A presto